Foto: AP
Foto: AP

Dei 37 capi d'accusa, trentuno sono legati all'aver portato fuori dalla Casa Bianca diversi documenti che dovevano essere consegnati agli Archivi di Stato, cinque riguardano il tentativo di ostacolare la giustizia trattenendo documenti "riservati" e infine due sono relativi a false dichiarazioni rese al Fbi. Trump è stato posto formalmente in stato d'arresto e il suo processo di registrazione è stato completato; infatti, gli agenti federali hanno preso delle copie elettroniche delle sue impronte digitali, ma la foto segnaletica non è stata scattata vista la sua riconoscibilità. L'ex presidente, dopo essersi dichiarato non colpevole ed essere stato rilasciato grazie alla decisone del giudice che gli ha dato il via libera, in quanto convinto che non sia a rischio di fuga, ha scritto un messaggio sul suo social, nel quale si legge che "è un giorno triste per l'America", definendola una nazione in declino. Ma dagli Stati Uniti sono arrivate anche altre novità e scompigli al di fuori di Donald Trump: il dipartimento della Difesa del Paese ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per l'Ucraina, ennesimo sostegno che sembra stia iniziando a pesare ai repubblicani, i quali già alcuni mesi fa hanno iniziato a fare pressioni per tagliare l'assistenza nei confronti di Kiev. Infatti, dall'inizio della guerra tra Russia e Ucraina, l'amministrazione Biden ha fornito oltre 39,7 miliardi di dollari. L'ultimo pacchetto, come ha spiegato il segretario di Stato Antony Blinken, comprende "capacità critiche di difesa aerea, proiettili di artiglieria, armi anticarro e altre attrezzature necessarie per rafforzare le forze ucraine sul campo di battaglia". Questi ultimi aiuti militari equivalgono al 40esimo prelievo che gli Stati Uniti hanno effettuato dal mese di febbraio 2022, quando è cominciato il conflitto tra Kiev e Mosca.

B.Ž.