Foto: BoBo
Foto: BoBo

La piattaforma approvata dal governo apre la strada alla ripresa del negoziato interrotto a primavera dopo le dimissioni dell'allora premier Cerar. Il ministro ha spiegato che gli inviti alle varie sigle sindacali sono già stati inviati ed ha respinto le critiche secondo cui l'esecutivo avrebbe temporeggiato troppo cercando di rinviare il confronto con la controparte. Niente di vero, dice Medved, è una retorica dei sindacati nell'ambito di un processo negoziale complesso. In questo periodo il governo ha lavorato a diverse varianti di proposta da presentare al tavolo di concertazione: deve essere obiettivo comune quello di giungere quanto prima ad una intesa, in modo da evitare che si arrivi ad uno sciopero generale, come minacciato dal coordinamento delle varie sigle sindacali, che ha deciso di avviare i preparativi per una agitazione, con relativa marcia di protesta, il prossimo 4 dicembre. Il ministro non ha
voluto svelare il quadro finanziario fissato come base per la trattativa e per venire incontro alle richieste relative agli aumenti salariali. Il governo deve stabilire il tetto massimo della spesa per le retribuzioni, tenendo conto della situazione macroeconomica del paese e della sostenibilità dei conti pubblici, rispettando il Patto di stabilità e crescita. L'ultima offerta del precedente governo era di 306 milioni di euro, da spalmare in tre anni. In questa fase si dovrebbe concludere definitivamente il negoziato sulla eliminazione delle anomalie salariali nella valutazione dei posti di lavoro; in seguito comincerebbe l'armonizzazione delle modifiche e aggiunte alla legge sul sistema salariale nel pubblico impiego e a quella sui dipendenti pubblici.