Triestino di nobilissime origini, fino a vantare fra i suoi antenati il santo Martino di Tours, Febo della Torre è approdato alla narrativa dopo una ormai lunga esperienza accademica in ambito giuridico e sociologico, e lo ha fatto con un romanzo, "L'agguerrita indifferenza del geco" (Hammerle), in cui c'è molto delle nostre terre di frontiera, con le sue identità plurali, le sue storie e i suoi drammi. Protagonista del noir è Martin Skobec, uno sloveno del Carso, carabiniere e poi agente dei servizi segreti a caccia di trafficanti di esseri umani, in un viaggio fra Trieste e i Balcani che diventa anche, per lo sfaccettato personaggio, un viaggio di esplorazione di sé.

Febo della Torre è stato accolto con calore dal pubblico di Capodistria, dove - presente in sala il console Giovanni Coviello - ha conversato con Nicoletta Casagrande, mentre l'attore Adalberto Rossetti ha offerto del libro alcune coinvolgenti letture.

"Il romanzo va a ritroso nel tempo", spiega l'autore. "La prima parte è quella in cui si conclude e parte un'avventura, si conclude una vita e ne parte un'altra: quella di Martin Skobec e di Marzia, la sua "luce interiore", che gli offre una chance per essere un uomo diverso da quello che è sempre stato".

Ma cosa unisce questo esordio narrativo agli interessi di studioso e di saggista di Febo della Torre?

"Io vengo da un'esperienza di sociologia del diritto. Mi sono sempre occupato di migrazione e di studiare le organizzazioni criminali dedite al traffico internazionale di esseri umani e al profitto di questi traffici. E secondo me, come spesso accade quando nelle aule universitarie parliamo di un problema, non coinvolgiamo se non le persone che hanno accesso a quelle aree. Non va bene. Un argomento grave come quello dell'economia che ruota attorno al traffico internazionale di esseri umani e a queste organizzazioni, ormai delle multinazionali del crimine, va sviscerato. Bisogna superare i luoghi comuni e il pregiudizio, senza soccombere alla lusinga del giudizio. Alla fine, ci troviamo di fronte a un fenomeno, la migrazione, che è sempre esistito. Poi magari va spiegato, se dobbiamo ospitare qualcuno che arriva da lontano, qual è il nostro modo di vivere la socialità. Ma questo non deve incidere con il pregiudizio, o con il giudizio su una cultura diversa".

Febo della Torre con Nicoletta Casagrande e l'attore Adalberto Rosseti
Febo della Torre con Nicoletta Casagrande e l'attore Adalberto Rosseti