Si fa, dunque sempre più allarmante la situazione nella Regione istriana con oggi 41 nuovi contagi, più del doppio di quelli registrati ieri. Si tratta del più alto numero dallo scorso febbraio in qua e che supera di molto il triste record registrato il 20 agosto scorso quando si contavano 27 infetti. Sono complessivamente 102 i casi attivi in regione mentre 391 persone sono in isolamento. Da Pola fanno sapere che si sta pensando a nuove e più rigorose misure anche perché nella stragrande maggioranza si tratta di cosiddetti casi importati. Infatti, mentre è in corso, l'elaborazione dei dati per una decina di persone risulta invece certo che ben 31 dei nuovi infetti hanno contratto il virus fuori dalla penisola e precisamente :19 a Fiume, 8 a Zagabria e poi ancora in altre aree del paese.
Impennata di contagi nella Regione litoraneo montana con 73 neo infetti mentre è più che seria la situazione a Zagabria con oggi ben 705 positivi, quasi la metà di quelli diagnosticati nel paese. A confermare la gravità della situazione nella capitale, Zvonimir Šostar direttore dell'Istituto formativo per la salute pubblica dove ieri sono stati eseguiti quasi duemila tamponi. "Nei giorni scorsi nessuno ascoltava gli avvertimenti e ora arrivano i conti da pagare; i nostri dipendenti non ce la fanno più, gli epidemiologi che lavorano anche 16-18 ore per stabilire i contatti sono allo stremo delle forze e perciò abbiamo urgente bisogno di aiuto" l'allarme lanciato da Šostar. Aiuto che difficilmente potrà arrivare da altre regioni della Croazia ormai tutte in crisi per la nuova ondata pandemica. Sono 1563 i contagi registrati nel paese nelle ultime 24 ore su 6 mila 900 tamponi circa, con un incidenza di quasi il 23 per cento di positività su test eseguiti. In aumento il numero delle persone ospedalizzate oggi 651 mentre con i 13 nuovi decessi, dieci verificatisi a Zagabria e 3 a Osijek, sale a 406 il numero complessivo dei morti da febbraio in qua. (lpa)

Foto: EPA
Foto: EPA