Braccio di ferro a Zagabria tra il Presidente della Repubblica e la maggioranza di governo sulla nomina del nuovo vertice della Corte Suprema. Il Capo dello Stato Zoran Milanović spara a zero. Ormai da giorni in Croazia infuria lo scontro tra le massime cariche dello Stato sul nodo della nomina del presidente della Corte Suprema. Infuriato per il fatto che la maggioranza di governo - richiamandosi a motivi procedurali con il sostegno della Corte Costituzionale - non voglia sostenere la sua candidata alla presidenza della Corte, la giurista Zlata Đurđević, il Capo dello Stato Zoran Milanović ha sparato a zero contro il premier Andrej Plenković, il Presidente del Sabor, Gordan Jandroković e il deputato della minoranza serba Milorad Pupovac. Particolarmente duro è stato l'attacco a Pupovac, in quanto i deputati della minoranza serba, assieme agli altri parlamentari minoritari, contribuiscono a tenere in piedi la maggioranza. Milanović ha di fatto accusato Pupovac di essersi venduto al centrodestra. Il premier Plenković è sceso in campo in difesa dei suoi alleati, imputando al Capo dello Stato di svilire le istituzioni con i suoi attacchi definiti selvaggi. Plenković ha rilevato che se si dovesse continuare di questo passo sarebbe il caso anche di pensare a un impeachment del Presidente della Repubblica, ma ha ammesso che una simile strada di fatto non è percorribile perché parte della destra, ovvero il Most, appoggia Milanović. In altri termini non ci sono al Sabor i numeri per defenestrare il Capo dello Stato. Nell'ambito delle loro durissime esternazioni Presidente e premier sono ricorsi anche a frasi in italiano. Ha iniziato Milanović che ha bollato gli avversari politici richiamandosi al film di Ettore Scola "Brutti, sporchi e cattivi". Gli ha risposto Plenković, sottolineando di sapere anche lui l'italiano.

Dario Saftich

Foto: EPA
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