Gli organi esecutivi degli 11 sindacati dei lavoratori nel settore pubblico hanno respinto l'offerta del governo croato relativa all'aumento salariale del 2 percento con decorrenza dal 1. aprile scorso. E insistono sulla correzione del 4 percento altrimenti sarà sciopero. Così in sintesi il comunicato diffuso dal coordinamento sindacale nel quale si precisa che questo è l'atteggiamento unanime dei componenti il team neagoziale per la definizione del Contratto collettivo di lavoro. Considerata l'inflazione che al momento in Croazia è del 6,3 percento, si insiste sull'aumento salariale del 4 percento con decorrenza dal 1. aprile scorso e quindi sulla continuazione delle trattative alla fine di maggio su un'ulteriore correzione che dipenderà dall'andamento inflazionistico, dalle paghe negli altri settori e dalla situazione economica. "É inspiegabile - affermano i sindacati - che malgrado l'aumento del costo della vita, la crescita economica, le entrate del bilancio superiori alle previsioni il governo intende ridurre le paghe reali ai lavoratori che in tempo di pandemia si sono caricati sulle spalle il maggior speso per mantenere in piedi la società e lo stato". Tira dunque aria di sciopero, comunque tutto dipenderà dall'incontro dei prossimi giorni tra i team negoziali dei sindacati e del governo.
Valmer Cusma

Il Ministro delle Finanze croato Zdravko Marić - Foto: Radio Capodistria
Il Ministro delle Finanze croato Zdravko Marić - Foto: Radio Capodistria