Zagabria pigia sull'acceleratore per cercare di salvare la stagione turistica, che ancora poco tempo addietro sembrava gravemente compromessa dall'emergenza coronavirus. Ora però s'intravede una flebile luce in fondo al tunnel, per cui il governo si affretta ad aprire le frontiere. Con le modifiche alla delibera sul divieto provvisorio d'attraversamento del confine, apportate dal governo, la Croazia permetterà così l'ingresso sul suo territorio ai cittadini di dieci Stati, per i quali evidentemente si considera che non sussista un elevato rischio epidemiologico. I dieci Paesi sono Slovenia, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Germania.
“In questi Paesi la situazione epidemiologica è simile o uguale a quella croata e perciò abbiamo valutato che possiamo aprire le frontiere ai loro cittadini”, ha dichiarato il premier Andrej Plenković. “Con il miglioramento della situazione epidemiologica questa lista potrà essere allargata anche ad altri Paesi”, ha aggiunto il primo ministro.
Balza subito all'occhio che fra questi dieci Paesi non vi è l'Italia, considerata chiaramente ancora zona a rischio, nonostante la sua situazione epidemiologica nell'insieme e in particolare in alcune aree, tra cui l'FVG, non sia troppo diversa da quella tedesca. D'altronde però fin dall'inizio Zagabria aveva ventilato l'idea dei corridoi turistici verso i Paesi dell'Europa centrale, per cui la lista attuale non si discosta troppo da quelle informali, di cui si parlava già diverso tempo addietro.
Il governo ha anche predisposto una sorta di applicazione per velocizzare il transito alle frontiere, in quanto quello a cui si punta è comunque ufficialmente un "turismo controllato". I cittadini dei 10 Paesi a cui è stato dato il via libera, all’ingresso in Croazia dovranno informare le autorità sul luogo di destinazione, lasciare il numero di telefonino e l’indirizzo di posta elettronica al quale sarà possibile contattarli in caso di necessità. Zagabria, inoltre, invita tutti coloro che decideranno di entrare nel Paese a inviare i propri dati sul sito entercroatia.mup.hr.
I passeggeri che prima di entrare in Croazia non avranno fatto pervenire i propri dati, dovranno farlo al confine prima di varcarlo, ha puntualizzato Božinović. "Ci vorrà un po' di tempo per quest'operazione, ma probabilmente verrà aperta una corsia a parte", ha rilevato il ministro.
Stando al quotidiano Jutarnji list, comunque, le autorità di Zagabria sono preoccupate perché la Croazia, assieme all'Italia, alla Spagna, alla Grecia e alla Slovenia, non figura nel novero dei Paesi verso i quali l'Austria alla metà di giugno aprirà le sue frontiere. Gli analisti zagabresi si chiedono quale sia il motivo di questo ostracismo, visto che la situazione epidemiologica in Croazia come pure in Slovenia "è tra le migliori in Europa". In ogni caso a Zagabria prevale la convinzione che alla fine Vienna allenterà la stretta verso la Croazia, soprattutto in seguito alle pressioni della Commissione europea, fra le cui raccomandazioni vi è quella di evitare "atteggiamenti discriminatori" verso gli Stati nel processo di riapertura dei confini.

Dario Saftich

Foto: Reuters
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