“Naturalmente non siamo soddisfatti dell’alto aumento di contagi registrati in queste ultime due settimane ma tenendo conto del milione di turisti che hanno soggiornato nel nostro paese, non si tratta di cifre spaventose”. Così Krunoslav Capak, a capo dell’Istituto nazionale per la salute pubblica che in un’intervista alla televisione croata aggiunge “naturalmente siamo preoccupati e stiamo dando il massimo per diminuire il pericolo di contagio e ridurre i numeri”. Numeri che in questi ultimi due giorni segnalano un lieve calo ma come dice l’esponente dell’Unità di crisi nazionale “è ancora troppo presto per cantar vittoria”. A Zagabria si guarda ora con speranza alle task-force regionali che conoscono meglio la situazione e sono sostenute nelle decisioni come nel caso di Imotski o Slavonski Brod dove sono state introdotte nuovamente misure più rigorose per la celebrazione di matrimoni e funerali con la limitazione dei partecipanti e per il lavoro di bar e ristoranti che possono accogliere clienti solo nelle terrazze o aree aperte. “La repressione è l’ultima misura da adottare” ha detto Capak riferendosi ai trasgressori in generale ma soprattutto ai gestori di locali - specie quelli rivolti ai giovani- che non rispettano le ordinanze. “Le parole d’ordine sono educare, informare e consigliare e se queste non daranno i frutti sperati, si passerà alla creazione delle condizioni per punire e multare” ha fatto capire l’esperto rivolgendo un appello ai giovani: “L’età media dei nuovi infetti ora è tra i 30 e 35 anni e generalmente accusano sintomi più lievi ma ognuno di loro ha un genitore, nonni, qualche parente o amico che va difeso dal contagio”.

(lpa)

Foto: EPA
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