"La seduta costitutiva del Parlamento potrebbe svolgersi entro la fine di luglio": a dichiararlo il presidente uscente del Sabor Gordan Jandroković, che ha fatto intendere di disporre già delle 76 firme da presentare al capo dello stato Milanović, quando avvierà le consultazioni.
Come affermato in precedenza dal premier uscente, e leader accadizeta, Plenković, anche il segretario generale della formazione politica uscita vittoriosa dalla domenica elettorale ha dichiarato di essere aperto alla collaborazione con altri partner ideologicamente vicini all’HDZ. "Entriamo in un periodo interessante e siamo pronti a condividere la responsabilità di governare il paese, ma non intendiamo mercanteggiare", ha detto Jandroković, riferendosi al possibile consolidamento della maggioranza ora assicurata dagli 8 deputati dei gruppi nazionali e da quelli - uno ciascuno- di popolari e riformisti.
"Nulla da obiettare alla possibilità di fare entrare al governo i rappresentanti delle etnie; se ci sostengono ne hanno diritto" ha fatto capire Jandroković. "Un' eventualità della quale non si è ancora discusso", ha invece affermato Branko Bačić, altro alto esponente dell' accadizeta intervenuto in un confronto televisivo dove è stato proprio il deputato della Comunità nazionale italiana, Furio Radin, a evidenziare l'opportunità di assegnare alle minoranze un dicastero o la vice-presidenza del Parlamento. Posizione che ha irritato Zlatko Hasambegović - ex esponente HDZ ed ex ministro alla cultura, ora militante nel Movimento patriottico - noto per le sue posizioni estremiste e antiminoritarie. "Nel dizionario politico croato il termine minoranza è un eufemismo, è la foglia di fico dietro la quale si nascondono due deputati: il serbo Pupovac e l'italiano Radin" ha detto Hasanbegović.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: EPA
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