Continua - dunque - il braccio di ferro tra gli operai dell’azienda incaricata della raccolta dei rifiuti e l’amministrazione comunale di Zagabria. I camion dell’immondizia sono rimasti fermi pure la scorsa notte e dopo tre giorni la situazione nella capitale si fa complicata. Nonostante l’accentazione di una parte delle richieste avanzate dagli scioperanti, le trattative di ieri con la direzione della holding non hanno portato a risultati concreti. A quanto sembra ci si è incagliati sugli aumenti salariali. I dipendenti chiedono una correzione dei coefficienti retributivi e un 12 per cento sulla paga base ovvero all’incirca 66 euro lordi in più al mese nonché l’ aumento -dagli attuali 130 euro a 200 - dell’ aggiunta fissa che viene versata a chi adempie ad una serie di condizioni. I vertici dell’azienda rispondono che un aumento pari al 4,5 per cento della paga base è stato apportato un mese fa portando lo stipendio minimo a 640 euro circa. Da rilevare comunque che la protesta montata qualche giorno fa non è stata causata da motivi salariali bensì dal licenziamento di alcuni operatori accusati di non rispettare le regole per la raccolta differenziata, accuse che si sono dimostrate infondate tanto che l’ azienda avrebbe già reintegrato i dipendenti incolpati ingiustamente. Intanto la situazione nelle vie della capitale rischia di degenerare e il sindaco di Zagabria Tomašević sembra sempre più intenzionato a precettare gli addetti alla nettezza urbana che a suo dire non avrebbero giustificazioni per scioperare. “Abbiamo accolto una parte delle richieste sulle rimanenti stiamo negoziando”, ha detto Tomašević ricordando che la caotica situazione alla Čistoća è dovuta alla gestione disonesta delle precedenti amministrazioni comunali.

lpa

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Facebook
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