Un'Unione Italiana politicamente più forte e più vicina ai connazionali. Potremmo riassumere così le indicazioni registrate in questo primo incontro che il presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul ha definito positivo, vista la buona adesione e la costruttiva discussione.
Il dibattito ha prodotto proposte concrete, come quelle di Corrado Dussich sul ritorno a due presidenti, sulla limitazione delle candidature a due mandati, sulla riduzione del numero dei consiglieri dell'Assemblea definita "mastodontica".

Argomenti elaborati anche in altri interventi che hanno fatto emergere la necessità di garantire una maggiore capacità operativa dell'UI con la necessaria rappresentatività democratica.
Come spiegato dal presidente Tremul, in questa prima fase "vogliamo raccogliere le idee di dove desideriamo andare, quale Unione Italiana vogliamo avere, come deve essere strutturata e che cosa vogliamo che faccia, come deve rapportarsi con le altre istituzioni della CNI e non solo". "La sintesi di queste proposte sarà presentata all'Assemblea che dovrà scegliere quale opzione sposare e su queste basi saranno elaborate le proposte di modifica dello Statuto che saranno riproposte in dibattito pubblico per arrivare successivamente all' approvazione del documento". "Un'operazione che intende coinvolgere tutti i connazionali e che dovrebbe concludersi entro la fine del 2020".
A Buie sono stati ricordati i numerosi tentativi di riforma avviati nel corso degli anni, ma che poi non hanno avuto esiti positivi. "La volontà di cambiamento si basa ora su due aspetti fondamentali che la nostra massima organizzazione deve adottare" spiega Tremul, e aggiunge "sia dalle riflessioni del passato sia da quanto si è potuto cogliere in questo primo dibattito, bisognerà fare in modo che l'Unione Italiana sia quanto più vicina ai connazionali ed è questo un aspetto emotivo, affettivo e sentimentale che dimostra l'attaccamento che c'è nei confronti dell'UI, sentita come propria e perciò la si vuole avere vicina. L'altro riguarda il ruolo che deve avere e perciò si chiede all'Unione Italiana di svolgere- in tutte le sfere di vita della CNI- un'azione istituzionale e politica più forte e incisiva di quello che riesce a svolgere ora".

Lionella Pausin Acquavita

Foto: Archivio personale
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