Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

E' stata senza risposta quella che potrebbe essere l'ultima chiamata per la salvezza del cantiere navale Scoglio Olivi di Pola, fondato nel 1856 in epoca austroungarica. Infatti anche per il quinto tentativo di vendita all'asta non si è fatto avanti alcun interessato. Nessuno ha versato la cauzione di 2 milioni di euro per poter partecipare alla vendita all'asta del 54,77 percento della società Uljanik Brodogradnja 1856, che gestisce lo storico cantiere navale Scoglio Olivi di Pola. Lo ha dichiarato il curatore fallimentare del vecchio cantiere Loris Rak, annunciando che lunedì prossimo l'assemblea dei creditori si riunirà per decidere il da farsi. Eppure c'erano i presupposti per sperare in un esito migliore dell'asta visto che al precedente tentativo di vendita dello scorso 30 gennaio si erano fatti avanti tre pretendenti. Vale a dire la societa' fiumana Adria-Mont che si era detta pronta a rilevare la quota versando 6,4 milioni di euro, quindi la slovena Eko Bor di Nova Gorica che offriva 3,5 milioni e la rumena GSP offshore. Nell'occasione l'Assemblea dei creditori aveva accolto la proposta dello stesso Rak di posticipare l'asta al 9 febbraio, onde permettere ai tre interessati di prender visione della gestione del cantiere e quindi di prepararsi per la gara. Dunque si è ripetuta una situazione già vista in precedenza, quando ogni tentativo di vendita era stato interpretato essere quello buono, ma poi non se n'era fatto niente. A questo punto per lo stabilimento polese lo spauracchio della liquidazione assume sembianze sempre più reali in quanto il suo conto bancario è bloccato da quasi 90 giorni mentre i debiti sono arrivati a 1,64 milioni di euro.

Valmer Cusma