Il consulto preparatorio si è svolto nell’ambito del gruppo di lavoro guidato dalla deputata Sophie in 't Veld che in seno all'Europarlamento vigila sul rispetto della democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali. Assente Janša, il quale aveva però proposto all’eurodeputata di organizzare il prossimo 26 marzo un incontro con lui e con il ministro della cultura, Simoniti, dopo il vertice del consiglio europeo. Al consulto sono intervenuti anche gli eurodeputati sloveni, Milan Zver del EPP/SDS ha detto che la libertà dei media non è assolutamente a rischio in Slovenia, il problema è invece rappresentato dalla “asimmetria molto accentuata nello spazio mediatico che non ci permette di essere informati obiettivamente”. “L’80 per cento dei media è critico nei confronti dell’attuale governo” secondo Zver. La collega di partito, l’eurodeputata Romana Tomc si è invece detta preoccupata inquanto “alla seduta plenaria del parlamento di mercoledì non ci sarà abbastanza tempo per fare il quadro della situazione in Slovenia”. Irena Joveva del Renew/LMŠ ha invece detto che il problema ha assunto una caratura internazionale perché “conseguenza delle azioni del premier e del mancato intervento da parte delle forze di coalizione a guida SDS”. “Evidentemente la situazione è sfuggita di mano e deve essere affrontata a livello europeo” ha detto la Joveva. Ljudmila Novak del EPP/NSI ha invece detto di essere dispiaciuta nel vedere il trasferimento a livello europeo gli scontri in atto sulla scena politica nazionale aggiungendo che si attende un comportamento conciliante e soprattutto meno tweet controversi.
Il Parlamento europeo alla seduta plenaria di mercoledì discuterà anche della libertà di stampa in Slovenia. Allargato infatti l'ordine del giorno che inizialmente prevedeva un dibattito incentrato solo su Polonia e Ungheria.

Dionizij Botter

. Foto: Twitter/zajem zaslona
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