Foto: Reuters
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Per anni il governo di Copenaghen aveva impiantato spirali contraccettive alle donne inuit senza il loro consenso. Un fatto che risale al periodo tra gli anni 1966 e 1970, e che aveva interessato circa 4.500 donne, la metà delle donne fertili della Groenlandia. Ora 67 di loro hanno chiesto un risarcimento alla Danimarca, minacciando di intentare causa nel caso non accettasse.
Copenaghen, in questo modo, cercava di limitare la popolazione nativa della Groenlandia, territorio autonomo del Regno di Danimarca dal 1814. La questione è diventata di dominio pubblico solo 6 anni fa, quando Naja Lyberth, una delle donne interessate, aveva detto pubblicamente che le fu impiantata una spirale contraccettiva dopo una visita medica a scuola. In quel periodo era ancora adolescente, nessuno le aveva spiegato cosa fosse, la spirale le era quindi stata impiantata senza il suo consenso o il consenso dei genitori. Molte delle donne coinvolte non hanno poi potuto avere figli, inoltre negli anni successivi non gli era stata offerta nessuna cura: numerose inuit avevano quindi sofferto di dolori acuti, emorragie interne in infezioni addominali, diverse sono state sottoposte a isterectomia.
Questa pratica, comunque, si aggiunge a molte altre misure discriminatore che la Danimarca praticava nei confronti dei nativi della Groenlandia fino a qualche decennio fa.
La questione ha guadagnato l'attenzione dell'opinione pubblica solo l'anno scorso, grazie ad un podcast prodotto dalla TV pubblica danese. L'esecutivo di Copenaghen ed il governo autonomo della Groenlandia hanno quindi istituito una commissione d'indagine indipendente per approfondire le pratiche contraccettive in Groenlandia fino al 1991. Le conclusioni dovrebbero essere pubblicate nella primavera del 2025.