Mercoledì dunque il Parlamento europeo discuterà, oltre che dello stato dei media in Polonia e Ungheria, anche di quello in Slovenia. Prima della sessione plenaria vi sarà già domani un consulto preparatorio nell'ambito del gruppo di lavoro guidato dalla deputata Sophie in 't Veld che in seno all'Europarlamento vigila sul rispetto della democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali. Quali interlocutori dalla Slovenia vi sono stati invitati il premier Janša, il Ministro della cultura Simoniti, il difensore civico Svetina, nonchè rappresentanti delle Ong, di RTV Slovenia, dell'Ordine dei giornalisti, un cronista investigativo ed un docente dell'Università di Lubiana. A proporre l'allargamento dell'ordine del giorno della plenaria al "caso Slovenia" è stato il gruppo europeo dei Social-democratici. Il capogruppo di Socialisti e Democratici, Iratxe Garcia Perez, afferma di non escludere il ricorso alla clausula di sospensione dei diritti di adesione all'Unione europea previsti dall'articolo 7 del Trattato Ue "se il dibattito in aula dimostrerà che un provvedimento del genere nei confronti della Slovenia sarà necessario". A scrivere dei tweet piccati del primo ministro sloveno nei confronti di alcuni politici e media europei sono stati negli ultimi giorni diversi quotidiani. L'austriaco Die Presse valuta che Janša abbia esportato a livello europeo il rapporto conflittuale che avrebbe da tempo con i giornalisti sloveni. E questo, secondo il giornale, è preoccupante visto che la Slovenia tra pochi mesi assumerà la presidenza di turno Ue. "Una leadership europea conflittuale in tempi di Covid è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno" chiosa Die Presse. Il sito online EurActiv, senza richiamarsi a fonti, ipotizza addirittura la possibile uscita dei quattro eurodeputati del Partito democratico sloveno dal PPE. (a.c.)

Iratxe Garcia Perez / Foto: EuObserver
Iratxe Garcia Perez / Foto: EuObserver