Vladimir Putin. Foto: Reuters
Vladimir Putin. Foto: Reuters

Karim Khan, uno dei giudici istruttori della Corte penale internazionale de L'Aia, ha fatto sapere di aver ricevuto il via libera da 39 Stati, tra cui l'Italia per indagare su presunti crimi di guerra commessi dai russi in territorio ucraino. A rischiare anche Vladimir Putin, visto che Khan ha detto di ritenere che esiste il fondato sospetto che "siano stati commessi sia presunti crimini di guerra, sia crimini contro l'umanità”; informando la presidenza della Corte penale internazionale della sua decisione di aprire immediatamente un'indagine sulla situazione in Ucraina.

La Corte penale internazionale, fondata nel 2002, è un tribunale per crimini internazionali con sede in Olanda, salito alla ribalta della cronaca per i processi contro i criminali di guerra dell'ex Jugoslavia e in Ruanda. Non è un organo dell’Onu ma ha legami con il suo Consiglio di Sicurezza. Ha competenza sui crimini più seri che riguardano la comunità internazionale: genocidi, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e d’aggressione.

Putin, se giudicato colpevole di crimini di guerra, potrebbe essere condannato all’ergastolo, anche se gli esperti sostengono che pure se si riuscisse a raccogliere prove sufficienti a carico di Putin sarebbe difficile arrivare a un processo che lo veda come imputato, visto che non è possibile procedere in contumacia.

Barbara Costamagna