Foto: Reuters
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Il vice primo ministro ucraino per l'integrazione europea ed euro-atlantica, Olha Stefanishyna, ha fatto sapere che Kiev, entro ottobre non riuscirà a soddisfare completamente tutte le 7 raccomandazioni dell'Unione europea per avviare i colloqui di adesione. "A ottobre difficilmente avremo attuato tutte e 7 le raccomandazioni di Bruxelles al 100% poiché stiamo parlando di trasformazioni fondamentali che riguardano i diritti umani, il processo di deoligarchizzazione, che è diventato anche uno dei pilastri delle riforme democratiche fondamentali", ha spiegato Stefanishyna, precisando che "questi sono cambiamenti che verranno introdotti nel corso di anni".
Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha intanto fornito garanzie all'Occidente che le forze armate di Kiev non faranno uso delle armi donate dagli alleati contro obiettivi in territorio russo. "Se i nostri partner ci chiedono di garantire che tale arma sarà usata solo sul territorio ucraino, noi diamo questa garanzia e la manteniamo. Abbiamo fatto tali promesse e le abbiamo mantenute", ha detto Kuleba.
Il capo del dipartimento di pianificazione della Guardia Nazionale, Mykola Urshalovych, ha fatto sapere che il battaglione Azov è tornato al fronte in Ucraina ed è già impegnato in combattimenti nella regione di Lugansk. L'8 luglio scorso i comandanti del battaglione sono rientrati in patria da Istanbul, dopo la prigionia in Russia e 300 giorni trascorsi in Turchia, come previsto dagli accordi sullo scambio di prigionieri con Mosca.
Nella regione di Zaporizhzhya al contempo l'esercito di Kiev avrebbe schierato la propria brigata più potente sul fronte di Robotyne, nella direzione di Melitopol. Secondo quanto riportano alcuni media, comunque in assenza di conferme ufficiali, si tratta della 82ª Brigata d'assalto aereo. L’unità è stata creata circa 6 mesi fa ed è composta da militari addestrati recentemente nel Regno Unito e dotata del migliore equipaggiamento occidentale.