Christine Lagarde (Foto: EPA)
Christine Lagarde (Foto: EPA)

“Il nostro lavoro non è ancora finito. Dato per escluso un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione, continueremo a innalzare i tassi".
Chi si attendeva perlomeno una pausa, se non la fine, nel rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea in attesa di valutare l’andamento dell’inflazione, è rimasto deluso.
La presidente della Banca Centrale europea, Christine Lagarde, parlando al Forum della Bce a Sintra, in Portogallo, ha infatti confermato la volontà di proseguire con i rialzi, poiché, ha spiegato "L'impatto complessivo degli incrementi dei tassi decisi a partire dallo scorso luglio, pari a 400 punti base, non si è ancora esplicato appieno”, e l’inflazione nell'area dell'euro continua a rappresentare un problema troppo elevata e rimarrà prevedibilmente tale per troppo tempo.

È improbabile che nel prossimo futuro la banca centrale sia in grado di dichiarare con assoluta certezza che il livello massimo dei tassi sia stato raggiunto.

Christine Lagarde

Lagarde ha anche ricordato che “le decisioni della nostra politica monetaria devono essere definite di volta in volta e continuare a essere guidate dai dati”, ed è “improbabile – ha aggiunto - che nel prossimo futuro la banca centrale sia in grado di dichiarare con assoluta certezza che il livello massimo dei tassi sia stato raggiunto”.
Le parole di Lagarde non hanno provocato particolari scossoni in borsa, anche se non tutti i governi europei hanno reagito positivamente. In Italia il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani ha paventato rischi per la crescita e “soprattutto – ha detto - non condivido gli annunci fatti in largo anticipo come fatto oggi da Lagarde: oggi aumentare il costo del denaro significa mettere le imprese in difficoltà”.
L'inflazione nell'area dell'euro però continua a rappresentare un problema: secondo il presidente dell'Antitrust Roberto Rustichelli la salita dei prezzi incontrollata “è la tassa più odiosa colpisce i bisognosi più dei ricchi, riduce il valore dei risparmi e pesa particolarmente sui lavoratori a reddito fisso”. “Per il 20 per cento delle famiglie meno abbienti - afferma - l'inflazione effettiva arriva a essere quasi il doppio di quella delle famiglie più ricche”.

Alessandro Martegani