La Macedonia del Nord va di nuovo alle urne domenica 17 ottobre, questa volta per scegliere sindaci e consigli comunali delle ottanta municipalità in cui è suddiviso il paese, più la capitale Skopje.
Il voto rappresenta un test per i socialdemocratici del primo ministro, Zoran Zaev, che gli ultimi sondaggi danno in un testa a testa con l'opposizione di centro-destra della VMRO. Il risultato potrebbe avere importanti conseguenze sulla stabilità del governo, che non riesce a rilanciare le prospettive europee del paese, bloccate dal veto della vicina Bulgaria a causa di irrisolte questioni storiche, linguistiche e identitarie.
Per vincere, il partito di Zaev si presenta insieme ai partner di governo, l'Unione democratica per l'integrazione che rappresenta parte della componente albanese della popolazione macedone.
La sfida più attesa, naturalmente, è quella per la capitale, Skopje, dove il sindaco socialdemocratico uscente, Petre Silegov, dovrà vedersela con la candidata indipendente Daniela Arsovska, appoggiata dalla VMRO. Lo scontro tra i candidati a guidare Skopje è culminato mercoledì scorso in un dibattito televisivo, in cui i temi più caldi hanno riguardato alcuni dei talloni d'Achille della capitale macedone, come la sostenibilità ecologica e lo sviluppo infrastrutturale.
Rispetto al passato sono in forte aumento i candidati indipendenti, che potrebbero sparigliare le carte ai principali partiti politici. In totale i candidati a sindaco sono oltre 300, circa 1.800.000 i cittadini con diritto di voto. E per la prima volta, su richiesta dell'opposizione, l'identità degli elettori sarà controllata attraverso un lettore di impronte digitali.


Francesco Martino