Foto: Reuters
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Il Trattato in discussione è il regolamento dell'Unione europea che stabilisce criteri e meccanismi per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino di un paese terzo. Le modifiche sono state proposte dopo che, negli ultimi cinque anni, è emerso il problema del rispetto della norma che vincola la richiesta di asilo al primo paese di ingresso, visti gli ingenti flussi nei Paesi di prima accoglienza quali Italia, Grecia e Spagna. Tra le principali novità della proposta si evidenzia l'aumento della "responsabilità stabile" per la procedura di ingresso del cittadino di un paese terzo, dagli attuali 12-18 mesi a 10 anni. Alla scadenza di questo termine, lo straniero avrà la possibilità di stabilirsi in un altro paese Ue. Innalzare il periodo di permanenza nel Paese di primo ingresso permetterebbe di evitare i movimenti dei migranti verso i Paesi del nord Europa. Ogni Stato membro avrà quindi l'obbligo di inserire le richieste d'ingresso ricevute nel Sistema automatico Dublino, che segnalerà quando il Paese sfora la quota di sua competenza. Questa quota sarà calcolata in base al reddito pro-capite. In uno scenario di crisi, ossia nel caso un Paese dovesse mantenersi al di sopra del 140% della sua quota per due anni, o se da quel Paese vengono allocati 225 mila migranti, ovvero lo 0,05% della popolazione europea, i leader Ue dovranno riunirsi per varare misure d'emergenza aggiuntive.