Foto: Pixabay
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L’autonomia della Corsica sembra essere tornata alla ribalta dell’agenda politica francese.
Da tre settimane, infatti, l’isola è attraversata da proteste di piazza e manifestazioni provocate dalla notizia che uno dei leader indipendentisti corsi Yvan Colonna, condannato all’ergastolo per l’omicidio del prefetto Claude Érignac, avvenuto il 6 febbraio del 1998, aveva subito un pestaggio all’interno del carcere di Arles, che ne ha causato tra l’altro la morte due giorni fa.

Una rabbia scaturita dal fatto che nonostante il sistema di sicurezza del carcere le guardie sono intervenute troppo tardi, dimostrando di non tutelare abbastanza la vita dell’indipendentista. La sua scomparsa ha fatto aumentare ancora di più i toni di quella che è una nuova fiammata di un conflitto che dura da decenni, contrapponendo gli indipendentisti corsi al governo centrale francese.

Dal 2017, l’isola è governata da una coalizione indipendentista guidata da Gilles Simeoni, leader del partito autonomista “Femu a Corsica” (Facciamo la Corsica) e figlio di Edmond, storico presidente del Comitato di sostegno a Yvan Colonna e parte del pool di avvocati che si occupò della sua difesa legale in occasione del terzo processo.

La scorsa settimana, una visita del ministro dell’Interno Gerald Darmanin aveva in parte calmato le acque, avendo garantito la disponibilità del governo all’apertura di un dialogo che, finalmente, potrebbe portare “all’autonomia”. La discussione dovrebbe iniziare ad aprile e sicuramente rappresenterà una complicazione in più per la ricandidatura alle presidenziali di Manuel Macron, che si ritroverà a dover affrontare un tema ancora divisivo per la Francia.

Barbara Costamagna