Foto: EPA
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“L’Unione Europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà”, così recita il preambolo della Carta dei diritti fondamentali della UE. Da anni, tuttavia, si assiste alla continua e sistematica violazione di essi con la militarizzazione ed esternalizzazione delle frontiere interne ed esterne dell'Unione; con i respingimenti brutali; con le violenze perpetrate nell’ambito degli Stati membri e nei Paesi terzi con cui l’Europa ha stretto accordi per impedire l’ingresso nel proprio territorio dei richiedenti asilo.

A sostenerlo è l'Iniziativa dei cittadini europei, che in tutti i paesi dell'Unione sta raccogliendo le firme per appoggiare la richiesta di "un’azione concreta tesa a garantire il pieno rispetto da parte dei suoi Membri dell’art. 4 della Carta UE dei diritti fondamentali, che prescrive l’obbligo non solo di repressione ma anche di prevenzione di atti di tortura, trattamenti disumani e degradanti nei confronti di tutti gli individui".

In Croazia, Francia, Grecia, Italia, Spagna, come in Libia e Turchia, invece, ormai da anni si starebbe registrando l’impietosa sospensione dei diritti umani, a dimostrazione che gli abusi e le violenze sono diventate ormai il tratto dominante della governance europea nella gestione del fenomeno migratorio. Per questo i promotori hanno scelto di rivolgersi alla Commissione europea per spingere le istituzioni europee a tornare a proteggere le persone migranti o richiedenti asilo, attraverso l’istituzione di meccanismi di monitoraggio volti a rilevare e fermare gli abusi dei diritti fondamentali e gli atti lesivi della dignità umana, tanto alle frontiere che nello spazio comune europeo.

Chiesto anche il recesso e la non stipulazione in futuro di accordi internazionali in materia di contenimento dei flussi migratori con Stati terzi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani. Fondamentale, inoltre, che a livello europeo vengano definiti standard minimi di accoglienza validi per tutti i Paesi membri e per l’interno periodo di permanenza sui loro territori e l’eventuale previsione di sanzioni specifiche in caso di violazione delle normative UE.

Barbara Costamagna