Foto: Reuters
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"Non è un colpo di Stato, ma una marcia della giustizia", ha detto Yevgeny Prigozhin, dichiarando guerra ai vertici militari russi. "E andremo fino in fondo" ha assicurato, ignorando gli appelli a fermarsi.
In mattinata il capo dei mercenari Wagner ha annunciato di trovarsi al quartier generale di Rostov, centro chiave per l'assalto russo all'Ucraina situato nella Russia sud-occidentale, e di avere anche il controllo di alcuni siti militari e di un aeroporto.
Prigozhin ha detto che prenderà tutte le misure necessarie per rovesciare i vertici militari russi, le sue truppe sono infatti anche pronte a marciare su Mosca se il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il generale Valery Gerasimov, non accetteranno di incontrarlo. "Se non vengono, bloccheremo la città di Rostov e ci dirigeremo verso Mosca", ha precisato, aggiungendo comunque che Gerasimov è fuggito.
La procura russa ha intanto aperto un procedimento per "ribellione armata".
Sia a Mosca che a Rostov girano veicoli militari, le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza. Il sindaco della capitale ha annunciato di stare adottando misure antiterrorismo, le "strutture critiche" di Mosca sono state poste sotto protezione rafforzata.
E il presidente, Vladimir Putin, ha deciso di parlare alla nazione: "Ci hanno pugnalato alle spalle", ha affermato, "ma difenderemo il nostro popolo e il nostro Stato da qualsiasi tradimento, e i responsabili saranno puniti. Non si ripeteranno gli eventi del 1917. Adesso si decide il destino del nostro popolo", ha aggiunto, invitando comunque tutti coloro che sono coinvolti nella ribellione a fermare le loro azioni. Il capo del Cremlino ha anche promesso che "saranno adottate azioni ferme per stabilizzare la difficile situazione a Rostov sul Don".
Le forze armate di Mosca hanno annunciato che garantiranno l’incolumità dei mercenari Wagner nel caso di dissociassero dal loro leader, perché "indotti con l'inganno a partecipare all'impresa criminale di Prigozhin".