Foto: Reuters
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Si scusa con gli utenti europei di Facebook per lo scandalo Cambridge Analityca, ma poi, quando c'è da rispondere alle domande incalzanti dei capigruppo del Parlamento europeo ecco che Mark Zuckerberg si perde, fa il vago e non chiarisce alcun punto sollevato da chi gli sta di fronte, né quelli sulla difesa della privacy né quelli sulle fake news e sui rischi per le prossime contende elettorali e nemmeno quelli sulla posizione dominante che lui he nel mondo dei social media.

"Ci scusiamo per l'errore commesso - ha affermato Zuckerberg all'inizio del suo intervento - ci vorrà del tempo ma il nostro impegno è quello di rimediare: ci impegniamo a stanziare investimenti sufficienti per aumentare la sicurezza", perché - ha continuato non senza sollevare qualche sorrisetto tra chi lo ascoltava - "mantenere le persone sicure è più importante che fare profitti". "Dobbiamo fare di tutto affinché il caso di Cambridge Analytica non si ripeta", ha quindi aggiunto.

Poi quando si è trattato di andare sul concreto, sul come difendere con efficacia i diritti dei cittadini alla privacy e assicurare la trasparenza dei processi elettorali, ecco che il numero 1 di Facebook non ha fatto che ripetere l'intenzione di rispettare gli utenti e di fare investimenti per assicurare una maggiore sicurezza del social media più usato al mondo.

Parole vaghe che non hanno convinto gli eurodeputati presenti a questo evento, realizzato peraltro in un formato ridotto - ossia limitato ai soli capi-gruppo dei partiti politici - e che solo dopo grosse insistenze è stato trasmesso in diretta streaming, vincendo la resistenza di uno Zuckerberg che evidentemente si interessa più della sua privacy che di quella degli utenti della sua piattaforma.

Da parte sua il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani gli ha ricordato che "La democrazia non deve e non può essere trasformata in un'operazione di marketing, in cui chi si impossessa dei nostri dati acquisisce un vantaggio politico. C'è il rischio - ha aggiunto Tajani - che alcuni partiti o, persino potenze straniere, utilizzino indebitamente questi dati per alterare i risultati elettorali nel loro interesse".