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In questo agosto caldo per l'Italia da tutti i punti di vista, continua ad infuriare la polemica in Friuli Venezia Giulia sulle parole della sindaco leghista di Monfalcone Anna Cisint che qualche giorno fa aveva annunciato in un blog l'intenzione di affidare al "garante dell'infanzia" un ascolto riservato ai genitori e agli studenti contro le influenze politiche di presunti docenti di "sinistra" nelle scuole superiori della sua città. Una notizia rimbalzata su tutti i media nazionali, tanto da diventare anche motivo di una serie di interpellanze a livello parlamentare; dove, tra l'altro, in caso di elezioni anticipate la sindaca si dice essere tra i candidati più quotati.

D'altronde la Cisint, non nuova a questo tipo di provocazioni, anche in questa occasione è stata sostenuta dai suoi compagni di partito e dal Presidente della regione Massimiliano Fedriga, che ha avvallato di fatto quella che sta diventando una vera e propria lotta per "l'egemonia culturale" in quella che un tempo era tra le città più rosse del FVG.

"Una battaglia di casta", così la sindaco in una lettera aperta ai suoi cittadini definisce le critiche rivoltele. E per dimostrare la sua teoria si rivolge all'insegnante monfalconese Stefano Piredda che dalle colonne de La Repubblica venerdì scorso ha sollevato una serie di quesiti sul tema del ruolo dell'insegnante, dicendo chiaramente che su cosa si dice in classe l'unico che possa intervenire è il dirigente scolastico e che da insegnante preferisce perdere il lavoro piuttosto che, se interpellato dai ragazzi, rispondere che "non bisogna salvare i migranti e che i partigiani erano solo una manica di subdoli assassini".

La sindaco non manca di attaccare il docente che ha ricoperto importanti incarichi politici a livello cittadino e che fa parte della segreteria Pd (cosa che Piredda dichiara nella sua lettera), ma che fa sì che lui esprima secondo la Cisint una posizione "non priva di faziosità e di pregiudizio", ribadendo che questo tipo di attacchi le stanno giungendo perché ha tolto "il velo a un'ipocrisia antica anche sulla politicizzazione di una parte del corpo insegnante".

In realtà contro la sua proposta si sono mossi anche sindacati ed organizzazioni degli insegnanti, preopccupati proprio del fatto che si possa mettere così in discussione la libertà di insegnamento. Libertà che, però, la sindaco dice di voler proprio tutelare con l'intervento del garante dei minori che dovrebbe vigilare sull'obiettività e limitare "il rischio di trasformare l'insegnamento in 'propaganda' contro l'avversario politico".