Non sembra trovare una soluzione il confronto sull’esposizione della bandiera slovena sui municipi dei comuni italiani dell’altopiano carsico.
L’esposizione del vessillo sloveno, che testimonia la presenza della minoranza linguistica nel comune, è stata negli ultimi anni oggetto di discussioni e tensioni. Durante le elezioni del 2019 erano addirittura intervenuti degli agenti delle Fiamme Gialle chiedendo la rimozione della bandiera dalla facciata di un seggio a Sgonico, ma è stato nel consiglio comunale di Duino Aurisina che si è consumato l’ultimo scontro in ordine di tempo.
La maggioranza di centrodestra, come riportato anche dal quotidiano Primorski Dnevnik, ha respinto la proposta del consigliere 5 Stelle Lorenzo Celic, che tendeva a sancire in via definitiva la presenza della bandiera slovena, accanto quella italiana e dell’Unione Europea, sulla facciata del municipio, senza limitarsi ad esporla durante le sedute del consiglio comunale e in alcune ricorrenze.
La presenza della bandiera che rappresenta la comunità slovena è peraltro prevista sia da norme nazionali, sia da una legge regionale, ma continua ad essere terreno di confronto.
Lo scorso anno la prefettura di Trieste, su richiesta del Comitato paritetico della regione Friuli Venezia Giulia, aveva espresso un parare contrario alla presenza della bandiera della Repubblica di Slovenia, ma la comunità linguistica aveva ricordato che si tratta di una consuetudine invalsa ormai da decenni, e anche altri amministratori e funzionari pubblici, fra gli altri il segretario comunale di Trieste Santi Terranova, considerano assolutamente lecita la presenza di un vessillo che rappresenti la minoranza linguistica nei comuni dove è presente.
Il dibattito sembra però svilupparsi non tanto sulla presenza di una bandiera o meno, ma su quale debba essere: i sindaci appartenenti alla minoranza dei comuni dell’altopiano sottolineano ad esempio la necessità di definire una bandiera che rappresenti la minoranza slovena in Italia, per non alimentare le polemiche originate dal fatto che la bandiera slovena, anche se utilizzata per rappresentare la minoranza, è pur sempre il vessillo di un altro stato, la Repubblica di Slovenia, che peraltro ha esplicitamente autorizzato la minoranza ad utilizzarla.
Un caso analogo si era sviluppato anche all’interno della comunità italiana negli anni ’90 arrivando fino alla Corte costituzionale, che riconobbe alla stessa comunità la facoltà di scegliersi la bandiera che rappresentasse la presenza della comunità linguistica italiana sul territorio.

Alessandro Martegani