Foto: AP
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Tutti, nelle aree lungo il confine fra Italia e Slovenia, si attendono qualche libertà in più sul passaggio dei confini dopo l’ultimo decreto da parte del governo italiano, ma le speranze potrebbero restare deluse, e non solo per le regole legata strettamente ai confini.
Partiamo dalla normativa attuale, inserita nel decreto del 3 dicembre scorso e aggiornata con successive ordinanze del Ministero della Salute, e che, hanno confermato le autorità di polizia di frontiera italiane, rimane confermata fino a nuovo ordine: la Slovenia, così come tutti gli altri paesi nell’area Schengen, è stata inserita dall’Italia nell’Elenco “C”, vale a dire i paesi provenendo dai quali è necessario presentare risultato di un tampone negativo fatto nelle precedenti 48 ore. Rimane anche l’obbligo di comunicare al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria del territorio il proprio ingresso, e di compilare un’autodichiarazione.
Al momento l’elenco non è stato modificato, ma per gli italiani residenti in Friuli Venezia Giulia potrebbe trattarsi di un problema relativo. Sia che la regione finisca in fascia gialla, sia, come probabile, che diventi arancione, sarà comunque vietato uscire dai confini nazionali, visto che coincidono con quelli della regione o addirittura del comune.
Fra i divieti espliciti per chi vive in regioni arancioni c’è fra l’altro proprio quello dei viaggi all’estero.
Le regole comprendono poche eccezioni, quindi, fino a nuovo ordine, niente gite o sconfinamenti, nemmeno in giornata, senza un tampone negativo.
Stessa cosa per chi intende entrare in Italia provenendo dalla Slovenia, con l’obbligo, salvo eccezioni o transito verso un altro paese, di presentare un test negativo, molecolare o antigenico, per evitare l’isolamento fiduciario. Una regime analogo, fra l’altro, a quello previsto per chi entra in Slovenia.

Alessandro Martegani