Nella Regione Istriana, nelle ultime ventiquattro ore, non si registrano nuovi infetti. Le persone finora ammalate sono 32, tra queste ci sono un cittadino austriaco ed uno sloveno. Tutti presentano sintomi lievi, solo un paziente è in condizioni più serie ma nessuno ha bisogno del respiratore. "Siamo in attesa dei risultati per altre 21 persone", è stato detto alla conferenza stampa dell'unità di crisi regionale dove è stato confermato che la gran parte degli ultimi contagi deriva dai due focolai dell'alta Istria: il funerale nell' umaghese ed il ristorante di Verteneglio cui proprietario, ricordiamo, è stato la prima e finora unica vittima di Covid-19 in Croazia. “Non possiamo parlare ancora di nessuna totale guarigione perché il primo paziente ricoverato il 9 marzo scorso, seppure asintomatico, risulta ancora positivo“, è stato detto a Pola dove si è riferito pure dell’aumento dell' età media degli infetti, che da 49 è salita a 55 anni.
“In queste ore registriamo un aumento d’istriani che ritornano a casa dall’Italia e che è dovuto probabilmente alla chiusura delle fabbriche e degli impianti produttivi dove lavorano. Per tutti sono obbligatori quindici giorni di isolamento. Invitiamo inoltre i cittadini delle altre aree croate che si trovano in Istria a lasciare la penisola e a far ritorno nelle loro case“, ha detto il capo dell' unità di crisi Dino Kozlevac spiegando le ragioni: “Così non corriamo il pericolo di aggravare il sistema sanitario regionale e inoltre è più facile attenersi alle nuove disposizioni sulla circolazione delle persone nei luoghi di rispettiva residenza”.
Le nuove misure, infatti, vietano di lasciare il proprio comune e dunque ogni spostamento dal territorio di una municipalità all’altra. Ne è esente -ma deve ottenere una certificazione dell’unità di crisi locale - chi si sposta per motivi di lavoro, per raggiungere un parente anziano, o per recarsi ad una visita medica.

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO
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