Una piaga che - ultimamente- sembra aver mobilizzato la Regione.E' merito vostro? Buttignoni: La situazione è molto grave, letteralmente preoccupante e noi lo vediamo ogni giorno, perciò, ci siamo resi conto che senza un'immediata e più efficace attività la situazione diventa insostenibile. Ci siamo rimboccati le maniche avviando controlli dettagliati e denunciando di abusi. Inizialmente ci siamo limitati alle 27 aree protette presenti sul territorio della Regione istriana. Abbiamo fotografato la situazione e fatto girare le immagini di questo ecocidio, di questa devastazione. Immagini che hanno scioccato i sindaci istriani e non solo. Quando vedi quello che sta succedendo nel tuo territorio non puoi rimanere indifferente.

Ma i sindaci non erano a conoscenza? E l'opinione pubblica?
Buttignoni: Con la nostra campagna di sensibilizzazione posso dire che- in pratica- abbiamo convertito le masse. Siamo riusciti ad avere dalla nostra parte un bel po' di gente che ora fa pressione sulle amministrazioni locali. Inoltre, la consapevolezza che questa devastazione è dovuta , nella maggior parte dei casi, al comportamento irresponsabile di cittadini stranieri ha suscitato molte domande tra la popolazione locale. Ci si chiede ma come mai io, istriano, pago tutto, attendo i permessi per qualsiasi cosa e poi vengono Tizio e Caio dall'estero e, senza chiedere niente a nessuno, distruggono mezzo bosco e mettono su dieci casette. L'opinione pubblica è veramente stufa e gli istriani non vogliono più sembrare dei somari.

Ma poi sono gli istriani a vendere la terra o no?
Buttignoni: Sì, per un motivo o per l'altro il cittadino istriano vende il terreno, ma spesso lo vende ad agenzie che fanno da tramite e nella gran parte dei casi non sa' cosa succederà in quell'area tra sei mesi. Adesso, non per giustificare o stare dalla parte dell'istriano che ha tutto il diritto di vendere, credo che la responsabilità sia di chi compra e di come utilizza il terreno acquistato.

Ma chi dovrebbe vietare queste costruzioni, chi ha la competenza di controllo?
Buttignoni: E' molto difficile dire, ma in primo luogo dovrebbero essere le Città ed i Comuni. Dovrebbero controllare e denunciare. Subentrano naturalmente tutta una serie di difficoltà iniziando da quella che definisce una costruzione mobile o immobile. Spesso si tratta di casette di legno, roulotte, bungalow da campeggio che però sono collegate al terreno, hanno corrente elettrica, acqua potabile, canalizzazione e dunque sono mobili fino ad un certo punto. Allora se una struttura è mobile il comune può fare qualcosa, può intervenire. Se si tratta di una costruzione fissa il comune può denunciare e qui entrano in gioco tribunali, ispezioni nazionali e così via. Però il fenomeno è talmente diffuso che nessuno ha la capacità di seguire il trend di devastazione.

Ma in un bosco o in un'area protetta ci sono gli allacciamenti a luce e all'acqua?
Buttignoni: No naturalmente non ci sono sempre. Ma ad esempio si chiede l'acqua perché si vuole avere un orto e a questo allacciamento- successivamente- se ne collegano altri dieci o venti. C'e' poi chi fa trivellazioni e si approvvigiona grazie ai pozzi, chi ha i panelli solari sul tetto ed è autonomo anche per quanto riguarda l'elettricità. Ecco per assurdo che sia, molte di queste costruzioni abusive sono ecosostenibili.

Concretamente voi di "Natura Histrica" che cosa state facendo?
Buttignoni: In sei mesi del 2022 abbiamo fatto più di 150 ispezioni ed una 30.ina di denunce e in questa attività abbiamo incluso polizia e tribunali che hanno accolto le nostre istanze. Purtroppo, siamo consapevoli della lentezza del sistema giudiziario. Ci sono denunce che attendono anche cinque anni e quando il caso viene risolto le multe sono irrisorie. Perciò chiediamo un più rapido intervento dello Stato che dovrebbe cambiare una serie di leggi, garantire un maggior numero di dipendenti agli ispettorati e soprattutto arrivare a una pulizia del territorio che sia definitiva. Se alla fine non riusciremo a ripiantare il bosco e a ripristinare quello che era prima, dal punto di vista di Natura Histrica, significherà che non abbiamo fatto niente.

Tuttavia il governo sembra insensibile al problema. Non c'e' stata risposta alle iniziative ed appelli arrivati dalla Regione?
Buttignoni: Fin' ora non abbiamo visto grande volontà. Io spero che il premier Plenković si renda conto del problema che interessa tutto il paese, ma che in Istria ha assunto proporzioni catastrofiche. Noi reputiamo che ci siano più di 50 mila costruzioni abusive con zone come quelle di Peroi e Barbariga, nel dignanese completamente devastate per non parlare poi di Marciana, Rovigno, Umago, dell' albonese. Noi di "Natura Histrica" stiamo facendo il nostro lavoro che è quello di registrare e denunciare. Siamo partiti dalle aree protette e ora riceviamo telefonate e segnalazioni di cittadini preoccupati e delusi che di giorno in giorno vedono crescere abitati interi pure in altre zone della penisola.

Richiedete la demolizione ma c'e' chi parla pure di un nuovo condono. Che cosa ne pensa?
Buttignoni: Sono dell'idea che un simile provvedimento sarebbe la fine per questa regione. In realtà quanto sta accadendo oggi è il risultato del condono edilizio del 2011. Gli abusivisti devono aver pensato che ce ne sarà un altro e poi un altro ancora e che i comportamenti illegali - prima o poi- saranno perdonati. Io spero che ciò non accada. Sarebbe la fine. Se ora abbiamo il caos totale tra dieci anni avremmo la devastazione totale.

Aldilà dell'edilizia abusiva, non sfugge all'occhio nemmeno l'urbanizzazione pressante ed eccessiva della penisola.
Buttignoni: Ha ragione. Ci sono località che stanno letteralmente cambiando fisionomia. Palazzi ed edifici costruiti e venduti per lo più a cittadini stranieri che hanno maggiore potere d' acquisto e che poi vengono usati a fini turistici, senza l' ottenimento di permessi e pagamento delle imposte previste dal settore. Da anni ci s'impegna per elevare la qualità del turismo e invece siamo sulla buona strada per ripiombare in quello di massa. Inoltre, la dinamica edilizia non è accompagnata dall'ammodernamento delle strutture necessarie: strade,parcheggi, acquedotti, canalizzazioni e così via. Forse non ce ne rendiamo conto ma credo proprio che stiamo segando il ramo su cui stiamo seduti.

(lpa)

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Glas Istre/Illustrazione
Foto: MMC RTV SLO/Foto: Glas Istre/Illustrazione