Mario Draghi Foto: Reuters
Mario Draghi Foto: Reuters

Ad una settimana dal via libera del Consiglio dei ministri, la nota di aggiornamento al Documento economico e finanziario, con le nuove stime di crescita e gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2019-2021 approda in Parlamento. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha inoltre comunicato alla Commissione europea la modifica del percorso programmatico di finanza pubblica, contenuto appunto nella nota di aggiornamento al Def.
Il Governo italiano ha quindi inviato al Parlamento la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Nel testo sono confermati 9 miliardi di euro per il reddito e le pensioni di cittadinanza e 7 per la quota 100 sulle pensioni. L'iva non salirà nel 2019 ma probabilmente lo farà nel 2020. Sono previsti 10 miliardi di privatizzazioni in due anni e l'abolizione del patto di stabilità interno.

Il prossimo anno previsti tagli alla spessa per 3,6 miliardi. La legge di bilancio sarà inoltre accompagnata da 12 disegni di legge, con uno specifico per il reddito di cittadinanza. Le coperture per il sostegno dovrebbero essere inserite in manovra, mentre nel ddl dovrebbero essere specificati i dettagli sulla distribuzione dei 780 euro. Gli altri ddl riguarderanno, tra gli altri argomenti, il Codice del lavoro, le start up, il ristoro dei risparmiatori, l'Ires verde o lo sport. La Nota cita anche provvedimenti già approvati come il ddl concretezza nella pubblica amministrazione.

Da Bruxelles intanto rispondono che arriverà presto una risposta all'Italia, che ricorderà al Governo gli obiettivi e le regole dell'Unione europea per non violare il Patto.

Intanto mercoledì scorso il presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi è salito al Colle per un lungo incontro riservato con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella e per esprimere preoccupazione sulla tenuta dei conti pubblici, sulla manovra, in particolare dopo le fibrillazioni di spread e Borse e sui rapporti con l'Europa. Draghi ha inoltre ricordato con lo stop al "Quantitative easing", ovvero la possibilità per la banca centrale di intervenire sul sistema finanziario ed economico del paese, per aumentare la moneta in circolazione, in caso di difficoltà l'Italia potrà solo concordare con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati, di fatto, il commissariamento del Paese.