Foto: MMC RTV SLO/Reuters
Foto: MMC RTV SLO/Reuters

Parte domani il primo giro di consultazioni per la formazione del Governo. La giornata clou sarà però giovedì, quando Sergio Mattarella riceverà in sequenza le delegazioni di Partito Democratico, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Tanti i nodi da sciogliere, tra tutti il veto di Matteo Salvini a Luigi Di Maio come premier.

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, aprirà domani le consultazioni con i partiti per la formazione del Governo. Il primo giro di colloqui durerà due giorni. In assenza di un accordo, il capo dello Stato potrebbe poi lasciar passare alcuni giorni per studiare la situazione e procedere con un secondo giro di consultazioni.

Il Movimento 5 Stelle conferma la linea tenuta dal giorno dei risultati elettorali: Luigi Di Maio candidato al ruolo di premier. Linea non condivisa dal centrodestra, coalizione vincente alle recenti elezioni, che vorrebbe il leghista Matteo Salvini candidato a Palazzo Chigi. Difficile pensare che il leader del carroccio possa cedere al pressing dei 5 Stelle, comunque sembra inevitabile un incontro tra i due, che i ben informati rimandano alla prossima settimana, con le consultazioni che partiranno quindi al buio, senza alcuna ipotesi di accordo. Impensabile anche che Forza Italia appoggi un Governo con Di Maio premier; il partito di Berlusconi non vuole però nemmeno tornare al voto, soluzione che considera sterile.

Accordi difficili quindi, con il Pd che tornerebbe in ballo nel caso in cui l’intesa tra Movimento 5 Stelle e centrodestra si incagliasse. I democratici potrebbero, in quel caso, rispondere positivamente ad una chiamata di Mattarella, per la formazione di un governo istituzionale. Un esecutivo di tutti, che sarebbe però la soluzione meno favorevole per Salvini e Di Maio.

Se la situazione di stallo dovesse dilungarsi e proseguire oltre aprile, potrebbe partire una sorta di "governo delle Camere", vista anche la campagna elettorale per le amministrative fissate per il 10 giugno. Questa ipotesi porterebbe 5 Stelle e Lega in Parlamento, seguendo lo schema che ha portato ad una rapida elezione dei presidenti di Camera e Senato, mentre il governo Gentiloni proseguirebbe per gli affari correnti. Di Maio e Salvini potrebbero quindi accordarsi per approvare i provvedimenti più simbolici, come la flat tax ed il reddito di cittadinanza e quindi una nuova legge elettorale che permetta di tornare alle urne in tempi brevi.