Le misure di prevenzione contro il coronavirus, scattate in tutto il nord Italia, ma soprattutto le notizie sull’allargarsi dell’epidemia hanno creato un contraccolpo già evidente sull’economia italiana, forse addirittura superiore alle previsioni.
Il primo settore a patire quella che, comunque la si pensi sull’opportunità di bloccare intere aree, è stata una pessima pubblicità per il bel paese, è stato il turismo, che in Italia vale il 12 per cento di tutta la ricchezza prodotta.
Le cancellazioni su alberghi, trasporti e affitti brevi hanno cominciato ad arrivare fin dalle prime ore dopo la conferma dei primi contagiati, e nel giro di una settimana sarebbero costate, secondo dati pubblicati dal Sole 24 Ore, 200 milioni di euro al settore, una vera e propria emorragia che rischia di mettere in ginocchio il sistema se non ci saranno dei cambiamenti della tendenza.
Confturismo stima un’affluenza di 22 milioni di turisti in meno nei prossimi tre mesi, l’Italia è già stata inserita fra i paesi sconsigliati da molti governi, e le ferie di Pasqua sembrano già irrimediabilmente compromesse. Le cancellazioni riguardano tutto il paese, il nord, ma anche zone lontane dai focolai come Napoli che ha perso 15 mila visitatori e attende una disdetta del 30 per cento delle prenotazioni sotto Pasqua.
Non va meglio sugli eventi internazionali: Milano ha spostato di due mesi il Salone del Mobile, uno degli eventi top della città; la Settimana della Moda ha tenuto, ma con le sfilate a porte chiuse.
Anche il settore dell’industria, già in difficoltà per le mancate forniture dalla Cina, ha avuto contraccolpi, con quasi seimila lavoratori metalmeccanici sottoutilizzati, e previsioni negative in particolare per il settore auto nel corso dell’anno.
Non va meglio per le esportazioni di prodotti alimentari e del lusso, che vedevano nei mercati orientali uno degli sbocchi principali, e che ora sono messe in ulteriore difficoltà dai blocchi alle attività nelle aree di contagio, in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, tre regioni che da sole valgono circa il 40 per cento del Pil italiano.
La Confcommercio stima una perdita dai 5 ai 7 miliardi di euro se questa situazione si prolungasse fino a maggio, e in generale ci sarebbe una riduzione del Pil dello 0,2 per cento nell’arco di un anno.
Cifre che incidono pesantemente anche sui mercati, che hanno chiuso la settimana, in Europa ma anche in Asia e negli Stati Uniti, con pesanti perdite.

Alessandro Martegani

Prazne ulice v Milanu v Lombardiji. Foto: Reuters
Prazne ulice v Milanu v Lombardiji. Foto: Reuters