Foto: EPA
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Nove punti in meno in classifica: è la richiesta avanzata dal procuratore della Federazione italiana gioco calcio, Giuseppe Chiné, nel procedimento federale sulla riapertura del processo sportivo per le plusvalenze.
La vicenda è al centro anche di un’indagine da parte della procura penale, e aveva portato lo scorso novembre alle dimissioni in blocco del consiglio di amministrazione della Juventus, e all’iscrizione nel registro degli indagati di 12 dirigenti, fra gli altri l’allora presidente Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved, oltre che della stessa società Juventus, come persona giuridica.
Il 27 marzo ci sarà l'udienza preliminare in cui si deciderà se andare a processo o meno, ma intanto la Corte Federale d'Appello della FIGC deve pronunciarsi sull'istanza di revocazione del primo proscioglimento della Juve e di altre otto società e decidere se riaprire o meno il processo e infliggere le sanzioni richieste dalla Procura, oppure assolverli nuovamente. Per le altre squadre la procura sportiva ha chiesto solo ammende, ritemendo quindi che solo la squadra di Torino abbia messo in atto un vero e proprio sistema strutturato utilizzando plusvalenze fittizie come modus operandi per l'alterazione dei bilanci.
Se venisse confermata la richiesta della procura, la Juventus finirebbe settima in classifica, compromettendo la corsa verso la zona Champions. La procura ha poi chiesto anche delle inibizioni da 10 a 20 mesi per i dirigenti juventini indagati.

Alessandro Martegani