Foto: Reuters
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Da quando è iniziato il conflitto, tra esercito e milizie ribelli, le vittime ammontano a 600. Durante un'evacuazione via terra, un convoglio di cittadini francesi è stato attaccato, ma per adesso nessun commento è arrivato da Parigi, che ha annunciato poco prima l'evacuazione dei connazionali e del personale diplomatico. Un piano di emergenza è anche pronto per i cittadini italiani che si trovano ancora in Sudan, e come ha riportato il capo della Farnesina, Antonio Tajani, "stanno tutti bene e presto raggiungeranno l'ambasciata italiana". Dopo la Francia, l'Italia e gli Stati Uniti, tanti altri Paesi hanno iniziato ad allarmarsi ordinando l'evacuazione dei loro cittadini che attualmente si trovano nella zona del conflitto, tra i quali Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito, che stanno anche sgomberando le loro ambasciate. Al momento anche tre famiglie slovene si trovano in Sudan, e com'è stato confermato dal capo del servizio consolare presso il Ministero degli Affari Esteri, una si trova proprio nella capitale Khartoum, e due nella zona portuale. Nessuno di loro però ha chiesto di essere evacuato dal Paese africano, anche a causa della minaccia che potrebbe rappresentare un viaggio del genere.

Le persone in fuga da quando è iniziata la crisi il 15 aprile, arrivano a 20 mila, la maggior parte in cerca di rifugio nel vicino Ciad dove si trovano già 400 mila rifugiati sudanesi. A riguardo, infatti, le Ong si sono dette preoccupate, prevedendo un netto aumento delle partenze dei profughi. Come ha spiegato la Ong Mediterranea "quello che sta accadendo aggrava una situazione di grande sofferenza per la popolazione civile e chiaramente spingerà le persone a spostarsi dal Paese". Ma a riguardo è stato assicurato che "a prescindere da dove vengano i profughi" loro saranno pronti a salvarli. In ogni caso, ancora adesso non è chiaro da quale aeroporto possano partire i cittadini stranieri. "Le autorità aeroportuali hanno prorogato la chiusura dello spazio aereo fino al 30 aprile" si legge in una nota dell'aeroporto internazionale di Khartoum, e le forze armate hanno annunciato che "qualsiasi violazione dello spazio aereo avrà una risposta decisa". Nonostante il messaggio ben chiaro, il ministro degli Esteri italiano Tajani, ha dichiarato di "aver parlato con entrambi i leader delle parti in guerra in Sudan ricevendo garanzie di sicurezza per gli italiani durante l'evacuazione" e ha aggiunto che "entrambi si sono detti favorevoli a far passare il convoglio degli italiani per lasciare il Paese".

B.Ž.