Un fenomeno diffuso, radicato e troppo spesso negato e sottovalutato. La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, instituita dalle Nazioni Unite il 25 novembre in ricordo dell’omicidio di Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, le sorelle dominicane che si opposero alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, è un’occasione per riflettere sui numeri, che testimoniano ancora come quello della violenza sulle donne, e in generale della parità dei diritti, sia un problema ancora tutto da risolvere, “una pandemia ombra” come l’hanno definita le Nazioni unite.
In tutto il mondo, si stima che circa il 35 per cento delle donne abbia subito violenza, sessuale e non, almeno una volta nella vita, e spesso si tratta di violenze iniziate in giovane età e proseguite anche per tutta la vita, perché sulla tratta di un crimine che molto spesso non viene denunciato o addirittura considerato normale.
Dalla metà degli anni novanta c’è stata una riduzione del fenomeno, ma si tratta di numeri ancora troppo alti, soprattutto nell’Africa subsahariana e nel Sud-est asiatico, dove fra l’altro 22 milioni di bambine sono già state costrette a sposarsi, e altre centinaia di milioni di sono a rischio matrimonio forzato.
A maltrattare e uccidere sono perlopiù coloro che dovrebbero essere i compagni di vita: nel 38 per cento dei casi di omicidi di donne, il colpevole è il partner e le violenze avvengono fra le mura domestiche.
La creazione del reato di femminicidio, che punisce la violenza esercitata sulle donne con motivazione legate al genere con lo scopo di umiliare o sottomettere una donna, è stato un passo in avanti, ma la cultura della sottovalutazione del fenomeno se non addirittura dell’esaltazione della superiorità dell’uomo è ancora radicata, come dimostrano molti commenti sui social, ma perfino alcuni articoli apparsi su alcuni giornali in Italia riducevano la gravità del fenomeno con tesi giustificazioniste.
In Slovenia, secondo i dati dell’Istituto europeo per la parità di genere, il 56, 1 per cento delle donne vittime di violenze fisiche o sessuali le ha subite dal partner, una percentuale che aumenta se si guarda la all‘ambito familiare in genere. Solo una donna su tre ha però contattato la polizia e denunciato il fatto dopo aver subito una violenza o un abuso. Un dato che scende in Italia, dove secondo lo stesso istituto sono poco meno del 14 per cento le donne vittime di violenze da parte del partner, ma sono anche molte meno le denunce, pari al 12 per cento. In Slovenia c’è un femminicidio ogni 400 mila abitanti ogni anno, un dato leggermente più basso di quello dell’Italia, anche in questo caso quasi sempre in ambito familiare.
SI tratta fra l’altro di un fenomeno che l’isolamento legato all pandemia sembra aver favorito: in Italia durante il primo lockdown le segnalazioni sono raddoppiate, anche se sono aumentate le difficoltà nel denunciare, causate proprio dall’isolamento e dalla mancanza di confronto e aiuto per le vittime.

Alessandro Martegani

Foto: Komisija Vlade RS za reševanje vprašanj prikritih grobišč/Radio Slovenija
Foto: Komisija Vlade RS za reševanje vprašanj prikritih grobišč/Radio Slovenija