Matteo Renzi Foto: Reuters
Matteo Renzi Foto: Reuters

"Che governino i vincitori". E' questo il messaggio forte e chiaro uscito dalla direzione del Partito democratico, riunitosi a una settimana dalla sconfitta. Con solo sette astenuti vicini ad Emiliano, critico nei confronti della scelta di non eleggere subito il segretario, accettata la relazione del vicesegretario del Pd Maurizio Martina, che ora reggerà ad interim il partito. "No subito al congresso, prima il progetto", ha detto Martina, assicurando che la sua sarà una guida collegiale e proponendo la creazione di una commissione progettuale prima di andare a votare il nuovo segretario. Netto il giudizio sulla sconfitta, dal quale si salva solamente il nuovo governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Graziano Delrio ha sostenuto la scelta di stare all'opposizione, mentre Orlando e Cupperlo hanno chiesto garanzie sulla gestione del passaggio con un ricambio ai vertici del partito. Se Orlando sceglie una linea più morbida augurandosi che non ci siano rivalse da parte dei renziani, Cuperlo chiede invece che Renzi e i suoi vengano buttati fuori dal Pd. Gianni Pittella parla invece di colpe condivise "Sono tante: una visione ingenua della globalizzazione e della robotizzazione; l'incapacità non solo di convincere ma addirittura di parlare agli ultimi". Intanto Renzi, che non era presente all'incontro, dice di essersi dimesso ma di non voler mollare, se fuori o dentro il Pd, questo è ancora da vedere.