Al Comitato cultura del Parlamento sloveno è stata presentata oggi la relazione sul programma nazionale sulla politica linguistica dal 2014 al 2018. Considerato che in un medesimo capitolo si parla della situazione delle due comunità autoctone, italiane e ungherese, e anche di quelle immigrate dalle ex repubbliche jugoslave, il deputato Felice Žiža ha proposto che, visto il differente status, in futuro il documento valuti le due categorie di minoranze separatamente. Ecco quanto ci ha dichiarato Žiža al termine della riunione.
"La proposta è stata quella di fare due capitoli completamente differenti, uno per le due comunità autoctone, che hanno dei diritti particolari - e soprattutto una storia che le ha caratterizzate nei secoli in cui abbiamo vissuto e continuiamo a vivere in questi territori - dalle altre minoranze. La proposta è stata accettata. Poi ho fatto gli esempi di quello che rappresenta fare politica linguistica nei nostri territori, che nella relazione non è per niente contemplata e spiegata. Si spiega come si insegnano le lingue straniere, perché nella relazione, la lingua ungherese ed italiana vengono prese e considerate come lingue straniere. Ho fatto quindi l'esempio che nelle scuole slovene la lingua italiana viene insegnata ormai in maniera antiquata e poco o per nulla efficace. Lo vediamo dai risultati. Così ho proposto di organizzare una riunione con i docenti delle scuole slovene che insegnano la lingua italiana, per modificare l'approccio, le modalità di insegnamento, testi compresi, per migliorare le competenze del corpo docenti.
Il secondo esempio che ho fatto è quello dell'applicazione effettiva del bilinguismo sul territorio, quindi nella pubblica amministrazione, nella sanità, anche nei Tribunali. Quindi personale che lavora a contatto con il pubblico, a livello di uffici pubblici, che molto spesso non sanno o non vogliono usare la lingua italiana, seppur in busta paga si ritrovano l'indennizzo per il bilinguismo. Ho parlato anche di moduli, che devono essere esclusivamente bilingui, significa che sullo stesso foglio ci deve essere la parte, il capoverso, in lingua slovena e subito sotto lo stesso capoverso scritto in lingua italiana. Quindi il contenuto, in lingua slovena ed in lingua italiana, deve viaggiare sullo stesso foglio in modo che non siano mai due fogli separati, perché sennò quello in lingua italiana non si trova mai". (red)

Foto: Radio Capodistria
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