Foto: Državni zbor/Borut Peršolja
Foto: Državni zbor/Borut Peršolja

Dopo aver tenuto le carte coperte anche nell'ultimo consiglio dei Ministri, il premier Rober Golob ha impresso un'accelerazione alla nomina di un nuovo ministro dell'Interno, dopo le dimissioni di Tatjana Bobnar uscita fra le polemiche a inizio dicembre.
Nel giorno in cui ha ricevuto la lettera di 17 sigle di organizzazioni non governative impegnate nell'integrazione dei migranti e nel rispetto dei diritti umani che chiedevano di non nominare Boštjan Poklukar, Golob ha trasmesso al parlamento il suo nome come candidato per la posizione di ministro dell'Interno, carica gestita ora ad interim dalla ministra della Pubblica Amministrazione, Sanja Ajanovič Hovnik.
E proprio dai ranghi del settore pubblico viene anche Poklukar, impiegato dal 1991 al ministero della Difesa e insignito della medaglia di bronzo del generale Maister e della medaglia d'argento dell'esercito sloveno, per il suo contributo durante la guerra d'indipendenza. Il passaggio alla politica attiva e' avvenuto nel 2018, quando per due anni e' entrato a far parte della squadra di governo di Marjan Šarec come capo degli Interni, per poi tornare alla Difesa e gestire, a partire dal giugno dello scorso anno, il patrimonio militare.
Il suo nome e' stato scelto fra profili piu' o meno simili, come quello dell'esperto di sicurezza Miroslav Žaberlo o dell'ex ministro della Giustizia del governo Pahor Aleš Zalar. Personalita' quindi riconducibili alla sfera della sicurezza e del diritto, in contrasto con quello che, almeno in apparenza, chiedono le organizzazioni della societa' civile. Secondo loro, infatti, una delle istituzioni chiave nel Paese deve garantire la sicurezza dei residenti e perseguire i reati, nonché proteggere diritti umani, libertà fondamentali e principi democratici per il normale funzionamento dello Stato. A Poklukar viene rimproverato di essere pronto al dialogo e all'ascolto, ma di non dare seguito poi ai risultati.

Valerio Fabbri