Dopo la riunione di governo, il premier dimissionario, Marjan Šarec, ha risposto ad alcuni quesiti come la richiesta di chiusura dei confini, l'attivazione della Protezione civile e altri provvedimenti simili. Šarec ha affermato che è necessario agire responsabilmente, per evitare che le conseguenze secondarie diventino anche peggiori degli stessi rischi del coronavirus. Il primo ministro ha inoltre elencato i problemi che potrebbero sorgere se le persone, nel panico, iniziassero a prelevare i propri risparmi dalle banche e acquistare scorte alimentari in quantità abnormi, come già accade. La Protezione civile verrà attivata nel caso di un alto numero i contagiati; a quel punto entrerebbero in azione anche l'esercito, incluso il servizio di sanità militare ed altri. "Ma non siamo ancora arrivati a quel punto. Per questo motivo chi chiede la chiusura dei confini sta soltanto seminando il panico", è convinto il premier.

Anche le misure più restrittive - in atto nella vicina Italia - non hanno fermato la diffusione del virus, ha sottolineato Šarec. La Croazia sta effettuando controlli ai confini, che stanno causando incolonnamenti ai valichi. "Questo genere di provvedimenti non sono efficaci, le code ai confini causano danni all'economia", ha precisato. In base ad un accordo con i Paesi confinanti l'esecutivo di Lubiana ha constatato che la chiusura dei confini non fermerà la diffusione del virus, paralizzerebbe invece lo Stato. Secondo il primo ministro è necessario monitorare seriamente la situazione e rendersi conto che il virus ai confini è già presente, creare panico però non aiuterà a risolvere la questione.
Sia Šarec che il ministro della Sanità, Aleš Šabeder, hanno respinto le affermazioni dell'Ordine dei medici, che gli istituti sanitari non sarebbero stati avvertiti sulla situazione ed i provvedimenti. "La dichiarazione che i medici hanno paura del virus è legittima, non aiuta però a calmare la popolazione", ha detto ancora il premier. Šabeder ha invece chiesto all'Ordine dei medici di "smettere immediatamente di seminare il terrore ed il panico".

In via precauzionale il governo di Lubiana ha anche sbloccato le riserve di medicinali e altri generi di prima necessità che vengono conservati per casi eccezionali come catastrofi naturali o pericoli di altro genere.

Ricordiamo che fino ad ora in Slovenia non è stato riscontrato nessun caso di contagio da coronavirus, tutti i 97 test effettuati sono risultati negativi.


E. P.

Foto: Reuters
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