Sì alla riconciliazione, no alla revisione della storia. Tanja Fajon teme, infatti che l'omaggio alle vittime della Foiba di Basovizza possa trasformarsi in un atto di revisione della storia.
Come noto Sergio Mattarella e Borut Pahor, che saranno a Trieste per la cerimonia del Narodni dom, hanno inserito nel loro programma anche una tappa a Basovizza per un gesto di riconciliazione italo-slovena con corone di fiori per gli infoibati e per i quattro martiri sloveni, condannati a morte dal Tribunale speciale fascista.
Secondo Fajon l'intenzione del presidente Pahor d’inchinarsi di fronte alle vittime finite nelle foibe rischia strumentalizzazioni politiche, se l'avvenimento non sarà adeguatamente preparato sulla base delle conclusioni della commissione storica sloveno-italiana pubblicate nel 2000. E' positivo che l'Italia ripaghi il suo debito con la comunità slovena, però Fajon si è detta rammaricata per il fatto che la visita dei due presidenti a Basovizza, non concordata con la minoranza, finirà per offuscare l' avvenimento centrale, che è la restituzione del Narodni dom. Esplicito lo storico Jože Pirjevec: andare alla Foiba è sbagliato perché vuol dire ammettere che vi si trovano i resti di italiani uccisi in quanto tali e non come fascisti, dunque vittime di genocidio.
Pirjevec ha detto di non voler negare che i partigiani, dopo essere entrati a Trieste e a Gorizia, nel maggio del 1945, si siano macchiati anche di crimini di guerra, però il problema delle foibe, ha aggiunto, non è quello che viene presentato dalla politica italiana.
L'ex senatrice e deputata Tamara Blažina ha aggiunto che troppe volte in Italia la storia viene manipolata dalla politica, ed ha a sua volta espresso il timore della minoranza slovena che il 13 luglio l'attenzione venga monopolizzata dalla visita dei due presidenti a Basovizza.


Boris Mitar


Foto: MMC RTV SLO/sd
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