Foto: Radio Capodistria
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Designata dal Parlamento europeo nel 2009 questa Giornata di commemorazione ha le sue origini nelle dimostrazioni, negli anni '80, degli esuli baltici riparati in Occidente e la proposta di alcuni eurodeputati di Lituania, Lettonia ed Estonia occupate dalle truppe sovietiche dopo il patto Ribbentrop-Molotov, fu fatta propria dalla Commissione di Bruxelles e dalla presidenza slovena dell'Unione europea.

Oggi sono quattordici i paesi dell'Unione europea che celebrano ufficialmente la ricorrenza, tra questi dal 2012 anche la Slovenia, con le visibili riserve della sinistra che denuncia la tendenza al revisionismo storico ossia alla riabilitazione dei collaborazionisti che secondo la destra si sarebbero schierati contro la resistenza partigiana soltanto per opporsi alla rivoluzione comunista.

Il premier Janša, oggi di nuovo presidente di turno del Consiglio europeo, è intervenuto a una conferenza internazionale organizzata dal Centro per la riconciliazione nazionale di Lubiana, che rientra nell'area di centrodestra. Ci sono voluti più di quindici anni - ha detto - affinché l'Europarlamento approvi la risoluzione sul 23 agosto, ma ci vorrà ancora tanto lavoro prima che la Slovenia raggiunga l'obiettivo della riconciliazione. Janša si è detto preoccupato dell'odierno rapporto dei fattori europei come li ha definiti nei confronti dei regimi totalitari, un rapporto che ricalcherebbe l'atteggiamento verso il nazismo negli anni Trenta. Se non impareremo niente dalla storia saremo condannati alla sua ripetizione - ha concluso. Si è invece adoperato per la persecuzione penale dell'apologia del nazismo e dell'uso dei simboli totalitari il presidente del Parlamento Igor Zorčič il quale ha criticato, senza fare nomi, l’irresponsabilità di alcuni singoli, anche tra i politici, che ultimamente stanno gettando olio sul fuoco dell'intolleranza e dell'odio che imperversano con aggressività sulle reti sociali.

Boris Mitar