
Tra i paesi interessati figurano Germania, Slovenia e Ungheria. L'esecutivo comunitario aveva chiesto di trasmettere le domande entro la fine di aprile, ma non si tratta di un termine vincolante. Altri quattro paesi, tra cui la Croazia, intendono farlo a breve, portando così il numero complessivo a 16, oltre la metà dei paesi membri dell'UE. L'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale fornisce uno spazio di bilancio aggiuntivo - fino all'1,5 percento del Pil - per aumentare la spesa per la difesa, pur rimanendo all'interno delle norme fiscali dell'UE. Il tutto in linea con il documento pubblicato dalla Commissione nell'ambito dell'ambizioso pacchetto di difesa che fornisce leve finanziarie a immediata disposizione degli Stati membri dell'UE per aumentare rapidamente e significativamente gli investimenti in campo militare e le capacità di difesa entro il 2030. Ad inizio marzo il premier Robert Golob aveva annunciato che la Slovenia intende aumentare le spese per la difesa al due percento del PIL già prima di questo termine, addirittura già il prossimo anno. La Commissione valuterà ora le richieste presentate dagli Stati membri al fine di presentare raccomandazioni al Consiglio per attivare la clausola nazionale nell'ambito del prossimo pacchetto semestrale europeo della primavera 2025. Per quanto riguarda l'Italia, dovrebbe decidere su una eventuale richiesta di attivazione della clausola dopo l'assemblea NATO di giugno, la Spagna dovrebbe farlo nei prossimi mesi, la Francia prende tempo, esprimendo il timore che un aumento del debito sia insostenibile per il paese. Tra i frugali risulta l'Olanda, contraria all'attivazione della clausola, mentre la Svezia potrebbe aumentare la spesa nella Difesa in deficit in maniera autonoma.
Delio Dessardo