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Trovato l'accordo sui nuovi vertici della Rai. Il ministro italiano dell'Economia, Giovanni Tria, ha proposto al governo Fabrizio Salini come amministratore delegato e Marcello Foa come consigliere d'amministrazione. Il vicepremier Luigi Di Maio ha dichiarato che così si dà il via ad una rivoluzione culturale.

Si conclude così con un nome a sorpresa il lungo braccio di ferro tra le forze politiche. Tria ha proposto al governo Fabrizio Salini come amministratore delegato e Marcello Foa come consigliere d'amministrazione. Sarà proprio Foa, inoltre, come ha annunciato Luigi Di Maio al termine del consiglio dei ministri, il nuovo presidente di viale Mazzini.

La giornata era iniziata con Matteo Salvini che aveva negato di aver mai parlato di direttori dei tg Rai in incontri notturni con il premier Conte. Smentita d'obbligo perché la nomina dei direttori spetta all'amministratore delegato.

Il previsto consiglio dei ministri è quindi iniziato con un'ora di ritardo ed è durato a lungo. A seduta ancora in corso fonti governative avevano annunciato che l'accordo è stato trovato. Infine l'ufficialità, con il vicepremier Luigi Di Maio che ha parlato di "una rivoluzione culturale per liberarci dei parassiti e dei raccomandati".

Si è così completato, con le nomine governative, il consiglio d'amministrazione della Rai. Ne fanno parte, oltre ai neonominati presidente e ad, i quattro consiglieri eletti dal Parlamento che sono Igor De Biasio, espresso dalla Lega, Rita Borioni, indicata dal Pd, Beatrice Coletti, candidata da M5S dopo essere stata la più votata sulla piattaforma Rousseau, Gianpaolo Rossi, designato da Forza Italia. Il settimo consigliere, per la prima volta votato dai dipendenti Rai, è il tecnico di produzione Riccardo Laganà.

Dopo l'assemblea dei soci Rai, per la ratifica della nomina del nuovo cda mercoledì 1 agosto la commissione parlamentare di Vigilanza dovrà esprimere il suo parere vincolante a maggioranza di due terzi sul nuovo presidente Rai. In numeri servono 26 voti, ma Lega e M5S ne hanno "solo" 21, da qui l'esigenza di ottenere i consensi di Forza Italia o del Pd, che ha già promesso una dura battaglia ed una forte opposizione a queste scelte.