Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan Foto: Reuters
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan Foto: Reuters

La Turchia si trova sempre più sotto pressione dei mercati finanziari. La borsa di Istanbul è andata a picco. La lira turca ha perso un terzo del suo valore. Questo il crollo più rilevante dopo il fallito golpe del 2016. Tra le cause i timori sulle politiche economiche di Ankara e sulle relazioni tra Turchia a Stati Uniti.

Ma il Capo di Stato, Erdoğan, ha invitato i cittadini a non farsi prendere dal panico: "Ci sono diverse campagne in corso, non prestate loro alcuna attenzione", ha affermato. "Se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro diritto, il nostro Allah", ha aggiunto. Secondo il Capo di Stato, il governo turco "non perderà la guerra economica". Erdoğan ha anche parlato al telefono con il leader del Cremlino, Putin: i due presidenti hanno ribadito che i legami economici e finanziari tra Turchia e Russia progrediscono in modo positivo. Duratura anche la cooperazione nell'industria militare e nell'energia.

Il ministro del Tesoro e delle finanze, Albayrak, ha affermato che per raggiungere i suoi obiettivi di fine anno Ankara taglierà fortemente i costi nel settore pubblico. Inoltre, la Turchia vuole assicurarsi 35 miliardi di lire, pari a 5,6 miliardi di dollari, grazie a risparmi e maggiori entrate. Albayrak ha poi annunciato una nuova politica economica che prevede un modello più efficace per il finanziamento di megaprogetti.

Intanto il Capo della Casa Bianca, Donald Trump, ha deciso di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio dalla Turchia, "poiché la Lira turca si sta rapidamente deprezzando contro il forte dollaro", ha scritto Trump su Twitter, precisando che "adesso per l'alluminio i dazi sono al 20% e per l'acciaio al 50%". La reazione di Ankara: violano le regole del WTO.