Sono trascorsi tre anni ma la candidatura dell'istroveneto come patrimonio culturale da tutelare non segna passi avanti. I solleciti non hanno prodotto alcun esito. In breve, al Museo nazionale etnografico di Lubiana, ente competente per materia, tutto è fermo dal 2016. Come dire che l'iter si è arenato già alla partenza. A raccontarcelo è il segretario della Can costiera, Andrea Bartole, che incontriamo in occasione del 21 febbraio, Giornata Unesco della lingua materna. "La motivazione alla base della richiesta avanzata a suo tempo dalla Costiera è semplice: il dialetto è parte dell'identità e della cultura della comunità nazionale italiana che qui vive, e quindi va preservato. Purtroppo a Lubiana non abbiamo avuto l'ascolto che ci aspettavamo. Ci sono stati continui rinvii e risposte vaghe, ma contiamo che questo possa essere l'anno buono almeno per avere una risposta più concreta".
Riconoscere il ruolo del dialetto, marca identitaria della nostra comunità e per quasi tutti i connazionali dell'Istria ancora sempre il vero parlar materno, non significa ovviamente sminuire il valore dell'italiano standard, lingua di elezione e di scuola, e lingua co-ufficiale del territorio. "Nel Capodistriano l'italiano è lingua ufficiale, e questo italiano dev'essere un italiano di qualità. Anche in tema di bilinguismo visivo e di bilinguismo nella pubblica amministrazione, noi teniamo sempre a rilevare che si tratta di un italiano di qualità, di una lingua di carattere tecnico".
Andrea Bartole concorda sul fatto che il nostro italiano dovremmo anche sforzarci di parlarlo un po' di più con i nostri concittadini di madrelingua slovena, e nei rapporti con le istituzioni. Contribuire tutti, insomma, ciascuno nel proprio piccolo, a far sì che l'italiano sulla costa sia davvero e non solo formalmente di casa. "È il discorso che andiamo facendo da un po' di tempo anche con il deputato Felice Žiža: parlare l'italiano, e farlo nelle diverse situazioni della vita quotidiana, perché a mio avviso questi nostri territori sono naturalmente bilingui". La lingua standard, allora, si manifesta per quello che è, irrinunciabile. Come ricorda ancora Bartole, "la parità delle due lingue, sloveno e italiano, si realizza a livello dello standard, non del dialetto, che pure è parte costitutiva della nostra identità".
Un giudizio sull'italiano insegnato a scuola? "È importantissimo", risponde il dott. Bartole. "Ma dobbiamo preoccuparci anche dell'insegnamento dell'italiano nelle scuole di lingua slovena. Negli ultimi anni il livello si è abbassato, e questo non dobbiamo permetterlo. Ci stiamo battendo per porre rimedio a questa situazione".

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO

Ornella Rossetto