Una busta con dei proiettili e una foto del giornalista cerchiata, una molotov abbandonata nell’automobile: nel giro di pochi giorni due casi d’intimidazione hanno coinvolto due giornalisti legati al Friuli Venezia giulia.
L’ultimo in ordine di tempo è stato rivolto contro il giornalista della Rai regionale Giovanni Taormina, che ha ricevuto in redazione a Udine una lettera contenente due proiettili e un ritaglio di giornale con una sua fotografia cerchiata. Le indagini sono in corso ma è evidente che si tratta di un’intimidazione al collega che segue indagini sulla criminalità organizzata: “Sono umanamente scosso – ha detto – ma questa minaccia mi dà la forza di impegnarmi ancora di più sui fatti di cronaca che ho seguito in questi anni”.
A Giovanni Taormina sono giunte manifestazioni di solidarietà e vicinanza, del Cdr e della dirigenza della Rai, dell’Assostampa e dell’Ordine Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, e della Federazione nazionale della stampa.
Proprio l’Fnsi aveva sottolineato come si tratti dell’ultimo caso di una lunga escalation di intimidazioni, minacce, aggressioni verbali e fisiche ai danni dei giornalisti, un attacco diretto da parte di mafie, organizzazioni neofasciste e neonaziste, e criminalità organizzata al diritto costituzionale di informare ed essere informati.
Pochi giorni fa, Floriana Bulfon, giornalista friulana che lavora da anni a Roma per Repubblica e L’Espresso, aveva trovato nella sua automobile una bottiglia molotov. Floriana Bulfon era già stata fatta oggetto di minacce in passato per il suo lavoro di inchiesta sulla criminalità romana e sui gruppi e i clan che operano nella Capitale.
Del fenomeno si sta interessando anche il Parlamento: la Commissione Antimafia, invitata dalla Federazione della stampa a sentire i colleghi, ha insediato un Comitato per la difesa dei giornalisti minacciati e contro le penetrazioni mafiose nel mondo dell’informazione.

Alessandro Martegani

Floriana Bulfon con i vertici dell'Fnsi a Roma
Floriana Bulfon con i vertici dell'Fnsi a Roma