“Avere un quadro chiaro sui campi abusivi per predisporre un piano di sgomberi".
Il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini lancia una nuova offensiva contro gli “insediamenti rom, sinti e camminanti" chiedendo ai prefetti una "relazione entro due settimane”, per segnalare la presenza di campi e situazioni d’illegalità e di degrado che “frequentemente – dice - si registrano negli insediamenti".
In una circolare diffusa ai commissari di governo, il ministro sottolinea la necessità di una “ricognizione urgente" di tutti i campi, autorizzati e abusivi, e di un "successivo monitoraggio" per tenere sotto controllo costantemente i campi nomadi.
Ai prefetti viene richiesto, pur "nel rispetto dei diritti della persona" e "delle normative nazionali e internazionali” di riferire su tipologia e densità abitativa degli insediamenti, condizioni dei campi, presenza di reti idriche, elettriche e fognarie, allacci abusivi, presenza di strutture fisse e mobili, numero di minori presenti negli insediamenti, le loro condizioni e le percentuali di abbandono scolastico.
Un vero e proprio censimento, con l'obiettivo dichiarato di adottare misure "finalizzate alla riaffermazione della legalità, ove ne ricorrano i presupposti" nell’immediato, e nel medio periodo di arrivare al "progressivo sgombero delle aree abusivamente occupate” superando “le situazioni di degrado”.
Non è la prima volta che Salvini propone un censimento dei gruppi Rom e Sinti, operazione condannata dai 5 stelle e dalle opposizioni, che avevano sollevato dubbi sulla compatibilità con le norme sui diritti umani. L’Italia peraltro era già stata condannata a livello europeo per un’operazione analoga avviata tra il 2009 e il 2011, quando al Viminale c’era un altro legista, l’ex segretario della Lega ed ex Governatore della Lombardia Roberto Maroni.

Alessandro Martegani

Foto: EPA
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