La storia di Egea Haffner è una come quella di molti altri italiani trasformati in esuli dalle vicende che seguirono alla Seconda Guerra Mondiale. Lei divenne uno dei simboli dell'esodo, per la foto che la ritraeva, con la valigia in mano, quando da bambina abbandonò Pola con la famiglia. Negli scorsi giorni alcuni comuni italiani, sull'onda della proposta di cittadinanza onoraria a Liliana Segre, hanno proposto un'analoga onorificenza anche per la Haffner, che ha però deciso di rinunciare a questo riconoscimento, considerandolo una strumentalizzazione politica, visto l'accostamento con la senatrice Segre. «Sono due storie diverse che devono essere ricordate separatamente se si vuole in qualche modo conciliarle. Nel momento invece in cui vengono contrapposte le persone che ne sono il simbolo - e in questo caso io, mio malgrado, per quella celeberrima mia foto da piccola con la valigia in mano in partenza da Pola - per una lotta politica, si genera confusione e si rischia di essere irrispettosi nei confronti degli stessi protagonisti», queste le parole di Egea Haffner. Sulla questione si è espresso anche il presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, che ha accolto con favore le posizioni della Haffner, sottolineando che "le offerte di cittadinanza onoraria che piovono improvvisamente appaiono del tutto strumentali e non è possibile accettarne la bontà, anche perché risultano oltretutto sporcate da polemiche tanto patetiche quanto disgustose". Lacota (con quella che a propria volta potrebbe apparire come una strumentalizzazione) ha poi rilanciato con uno degli attuali obiettivi primari dell'Unione degli Istriani, ovvero l'avvio dell'iter necessario alla revoca della massima onorificenza italiana, concessa nel 1969 al Maresciallo jugoslavo Tito, dall'allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Secondo Lacota i comuni che vogliono veramente fare qualcosa per gli esuli dovrebbero preparare, in questo senso, una risoluzione da votare e da trasmettere poi al Capo dello Stato, e conclude con le parole "è questa l'unica, vera priorità che dovrebbe mobilitare tutti i politici seri e coscienziosi, di qualunque colore politico".

Davide Fifaco

Foto: Radio Capodistria
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