Oggi al Centro clinico di Lubiana la riunione su un'eventuale epidemia di coronavirus in Slovenia. Vi hanno preso parte i rappresentanti del Ministero della Salute, le dirigenze degli istituti sanitari ed i sindaci che hanno concordato su come agire in diversi possibili scenari. "Siamo soddisfatti di questa riunione, ci sono infatti state date istruzioni comuni, così in tutta la Slovenia potremo agire allo stesso modo, l'assistenza alle persone sarà quindi equa in tutto il Paese", ha affermato la direttrice della Casa di Sanità di Postumia, Irena Vatovec.
Il Porto di Capodistria ha intanto ospitato i rappresentanti di enti governativi, Polizia, Dogana, Protezione civile ed Amministrazione marittima. Presente anche lo specialista di epidemiologia, Boris Kopilovič, dell'Istituto nazionale per la salute pubblica. Insieme hanno rivisto il protocollo di azione nell’eventualità di sospetti caso di contagio, protocollo che è stato subito dopo anche collaudato. Il capitano della petroliera Shogun, giunta a Capodistria da Novorusisk, in Russia, ha infatti avvertito le autorità che un membro dell'equipaggio mostrava sintomi di contagio. Dopo i dovuti controlli, il dottor Kopilovič ha constatato che non si trattava di coronavirus, la nave è stata quindi autorizzata ad entrare nello scalo capodistriano.
La vicenda mostra come il protocollo concordato sia efficiente; la parte marittima dello scalo è sorvegliata anche meglio di quella su terra, dove c’è un elevato numero di camion che ogni giorno entrano in porto. In questo caso, secondo Kopilović, l'unico modo per prevenire il contagio è rimanere a distanza di sicurezza e fare attenzione all'igiene, in conformità con le istruzioni dell'Istituto nazionale per la salute pubblica.


E. P.

Foto: Reuters
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