Sul ritorno a scuola, per ora, in Slovenia non c'è nulla di certo, salvo che si vorrebbe vorrebbe tentare la riapertura prima della fine dell'anno scolastico.
La data del 4 maggio è ormai esclusa, quella dell'11, che circolava da giorni, è valutata dal Ministero come possibile nella migliore delle ipotesi. Tutto dipenderà dall'evolversi della situazione epidemiologica, ha spiegato la ministra Simona Kustec. Ma c'è la volontà, ha detto, di riaprire asili e scuole quanto prima. E indicazioni utili potranno venire dall'esperienza di alcuni altri Paesi europei che vogliono ripartire anche dalle scuole.

La prudente - e breve - dichiarazione della ministra, che in mattinata era stata preceduta da un'altrettanto rapida precisazione del portavoce del governo Jelko Kacin, vale insomma a confermare quanto la stessa Kustec aveva affermato nei giorni scorsi, e cioè che la graduale riapertura delle scuole, i tempi e le modalità della ripresa verranno valutate dopo le festività del Primo maggio, in accordo con le autorità sanitarie. Si rientra - queste le sue parole - solo quando ci sarà piena sicurezza per tutti.
E intanto dal Ministero arrivano alcuni dati sull'insegnamento a distanza, enorme novità a cui ha costretto l'emergenza. Nel ciclo dell'obbligo la percentuale di studenti raggiunti dalla scuola del coronavirus sfiora il 100%. Solo lo 0.5 sarebbe rimasto fuori. In difficoltà si sono trovati soprattutti gli studenti di famiglie straniere, in particolare i ragazzi i cui genitori non conoscono lo sloveno, e bambini rom, che sono molto spesso "tecnoesclusi" e con i quali i contatti sono stati mantenuti, in mancanza di altre opzioni, attraverso l'ordinario servizio di posta. Si è voluto procedere alla raccolta dei dati - ha precisato il Ministero - non per sanzionare le assenze ma per stimolare le scuole a una quanto maggiore inclusione dei ragazzi in età dell'obbligo.

Ornella Rossetto